Da Israele il no alla tregua in Libano
Respinta la proposta di uno stop di 21 giorni delle ostilità, sostenuta da Usa, Ue e altri Paesi, nonostante l’iniziale parere positivo del premier Netanyahu. «Andiamo avanti con i combattimenti». Atteso l’intervento all’Assemblea generale Onu
«Andiamo avanti con i combattimenti». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto la proposta di un cessate il fuoco di 21 giorni in Libano, messa a punto da Usa e Francia e sostenuta dall’Ue oltre che da diversi Paesi europei e arabi. Un piano di pace, nel quale lo stop alle ostilità doveva servire a dare spazio a negoziati più ampi, anche sulla Striscia di Gaza. Dopo un iniziale parere positivo – secondo il Washington post -, il premier israeliano ha invece ordinato di proseguire con gli attacchi contro le postazione di Hezbollh, dando il via a una nuova ondata di raid.
Blitz mirato, nella giornata di ieri, 26 settembre, a Beirut. Nel mirino, il comandante sciita del sistema di difesa aerea di Hezbollah Mohammed Surur, che era anche responsabile del lancio di missili e droni da parte dei ribelli yemeniti Houthi. Ne dà notizia Al-Arabiya, sottolineando che il comandante era tornato in Libano dallo Yemen tre giorni fa. Non si tratta, comunque, dell’unica vittima di rilevo, tra le fila del Partito di Dio. L’esercito israeliano ha affermato che l’attacco di martedì 24 settembre, che ha assassinato il capo dell’unità missilistica di Hezbollah Ibrahim Qubaisi, ha ucciso anche il suo vice, Abbas Ibrahim Sharaf Al-Din. Nello stesso attacco è rimasto ucciso anche un altro importante membro dell’unità missilistica del gruppo, Hussein Hani, riferisce Haaretz, mentre un alto funzionario dell’unità missilistica terra-terra dell’organizzazione, Fouad Shafiq Khazaal, è stato ucciso in un altro attacco.
Hezbollah, da parte sua, ha rivendicato il lancio di missili sulla città israeliana di Tiberiade, nel nord del Paese, vicino all’omonimo lago. Una risposta, hanno dichiarato, ai «selvaggi» attacchi di Israele contro «città e civili libanesi». Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno dichiarato di aver intercettato molti dei missili provenienti dal Libano, cinque dei quali sono esplosi nel lago di Tiberiade.
In arrivo dallo Yemen invece il missile che poco prima della mezzanotte italiana ha fatto scattare gli allarmi in tutto il centro di Israele, «intercettato con successo dal sistema Arrow», informa il portavoce delle Idf. «Le esplosioni sentite dalla popolazione – aggiunge – sono state provocate dall’intercettazione». Prima di questo, circa due settimane fa gli Houthi hanno lanciato un altro missile nel centro del Paese, intercettato «parzialmente». A questi attacchi finora Israele non ha risposto.
Il ministero della Sanità libanese fa la conta delle vittime degli attacchi israeliani nelle ultime 24 ore: in tutto il Paese, si contano 92 morti – 40 solo nel Libano meridionale, 25 nella regione di Baalbek-Hermel (est), 23 nella Bekaa (est) e 4 nella regione del Monte Libano (centro-orientale) – e 153 feriti. Morti in un raid israeliano vicino al confine con il Libano anche 5 soldati siriani, informa l’agenzia di stampa siriana Sana, secondo la quale i caccia dello Stato ebraico hanno «effettuato un attacco aereo su una delle nostre posizioni militari vicino a Kfar Yabus sul confine siro-libanese».
All’orizzonte c’è il timore di un’incursione via terra di Israele in Libano, annunciata nei giorni scorsi dai vertici dell’esercito israeliano, che ha impresso l’accelerazione all’iniziativa diplomatica da cui è scaturita la proposta Usa – Francia del cessate il fuoco. Si attende intanto l’intervento del premier Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, dove è arrivato oggi. E immediatamente ha affermato: «Continueremo a colpire Hezbollah con tutta la forza finché non riporteremo i residenti del nord nelle loro case». Dal suo ufficio fanno sapere che il premier israeliano non ha neanche risposto all’appello di Usa e Francia. Appello che, ha puntualizzato la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, era stato «coordinato» proprio con Israele.
Sull’altro fronte caldo del Medio Oriente, a Gaza, l’Unicef informa che negli ultimi 5 giorni sono state colpite 4 scuole, nel nord della Striscia. «Secondo quanto riferito – scrive su X la direttrice regionale per Medio Oriente e Nord Africa Adele Khdor -, tra le vittime ci sono molti bambini. Ieri, un attacco ha colpito la scuola Hafsa Falluja a Jabalia, uccidendo, secondo le notizie, 11 persone», aggiunge, riferendo di un filmato «raccapricciante» che mostra, tra le vittime, anche dei bambini. «Questa scuola, utilizzata come centro nella recente campagna di vaccinazione antipolio, è ora completamente distrutta – sono ancora le parole di Khdor -. Mentre il conflitto si espande nella regione, la Striscia di Gaza continua a essere colpita dai bombardamenti. Non dobbiamo distogliere lo sguardo. I bambini di Gaza continuano a essere uccisi ogni giorno. Questo deve finire, i bambini devono essere protetti. Cessate il fuoco ora», l’appello.
27 settembre 2024