La protesta delle cooperative: adeguare le tariffe

La manifestazione davanti alla Regione dopo quella in Campidoglio, al grido di “Se io mi fermo si ferma Roma”. Soddisfazione dopo il colloquio con l’assessore Maselli

«Siamo soddisfatti. Finalmente è chiaro il nostro ruolo nei confronti della Pubblica amministrazione. Non siamo semplici fornitori di servizi, ma parte integrante del sistema di welfare della regione e della città». Così si è espresso Luciano Pantarotto, presidente Federsolidarietà Confcooperative Lazio, al termine dell’incontro nella sede della Regione Lazio con l’assessore all’Inclusione sociale e servizi alla persona Massimiliano Maselli. Nel pomeriggio del 15 luglio, Agci Imprese sociali Lazio, Confcooperative – Federsolidarietà e LegaCoopsociali Lazio, sostenute dal Forum Terzo Settore del Lazio, sono tornate in piazza per chiedere l’adeguamento delle tariffe in seguito al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operatori delle cooperative del settore socio-sanitario assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo.

A cinque mesi dal primo aumento di stipendio, gli enti committenti non hanno aggiornato le tariffe dei servizi offerti. A Roma sono circa 5mila i lavoratori delle cooperative sociali, mentre nella regione il numero sale a 15mila. Offrono assistenza specialistica a 9mila bambini con disabilità nelle scuole romane, assistenza domiciliare a 12mila persone tra disabili e anziani e minori. In più svolgono servizio nelle case di riposo, negli istituti di pena, nelle case famiglia.

«L’assessore Maselli ha compreso le nostre difficoltà – ha proseguito Pantarotto -, in particolare l’aumento del costo del lavoro necessario per sostenere gli operatori di questo settore delicato e prezioso, che si occupano di persone fragili. Insieme, Regione e cooperative, lavoreremo per rivedere i servizi e i relativi costi. L’impegno è di trovare soluzioni entro la fine del 2024, anche con ristori specifici per le cooperative che gestiscono servizi con costi inadeguati».

Una prima manifestazione si era svolta il 4 luglio in Campidoglio e ad oggi le cooperative «attendono ancora una risposta del Comune. Aspettiamo di conoscere le intenzioni dell’amministrazione entro il 22 luglio, dato che il 23 e il 24 l’aula si riunirà per l’approvazione del bilancio di variazione di Roma Capitale». Maselli, che ha incontrato i lavoratori in piazza, ha spiegato di aver «dato disponibilità ad immaginare un contributo straordinario per riuscire a dare una risposta non solo concreta ma anche rapida».

Con l’assessore al bilancio Giancarlo Righini lavora «per trovare delle risorse» e ha ricordato che entro i primi di agosto sarà approvata la proposta di legge sulla cooperazione sociale in discussione alla Commissione sanità. «Ha una buona dotazione finanziaria di 9 milioni di euro nel triennio ’24-’26 – ha aggiunto -. Si potrebbe costruire un contributo straordinario con una cifra sufficiente per poter dare una risposta adeguata a questa emergenza».

Circa duecento i lavoratori che hanno manifestato nonostante il gran caldo. Al ritmo di fischietti, tamburelli, trombette hanno intonato slogan e mostrato cartelli con la scritta “Se io mi fermo si ferma Roma”. Le cooperative, «con senso di responsabilità», stanno già erogando l’aumento degli stipendi previsto nel Ccnl da febbraio afferma Marco Olivieri, presidente Agci Imprese sociali Lazio.

«In totale – sottolinea – è pari al 13% circa, insostenibile solamente sulle spalle delle cooperative. Bisogna adeguare immediatamente i contratti con il percorso di crescita previsto dal contratto stesso». Secondo le stime del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, prima del rinnovo dei contratti il costo totale medio annuo di una cooperativa sociale si attestava sui 30.600,48 euro. Con il rinnovo del tariffario la cifra salirà a 31.191,82 euro nel 2024, 32.445,36 euro nel 2025 e a 33.059,61 euro nel 2026.

Anna Vettigli, responsabile LegaCoopsociali Lazio, rimarca che se le cooperative non dovessero essere sostenute «si rischia di mettere in discussione il lavoro e i servizi. Non si può fermare l’assistenza domiciliare che porta la spesa all’anziano, che aiuta i disabili ad affrontare le difficoltà quotidiane, che affianca i bambini delle scuole che hanno bisogno di un sostegno. Il settore per sostenere questo aumento giusto ha bisogno che vengano adeguati i costi dei servizi».

Tutto il terzo settore, volontariato, associazioni di promozione sociale, è sceso in piazza accanto alle cooperative, evidenzia Francesca Danese, responsabile del Forum Terzo Settore del Lazio. «Non siamo entità diverse ma siamo uniti – specifica -. Il nostro è un mondo che non sciopera mai, non si ferma mai perché in gioco ci sono i bisogni delle persone. Ma ora è giusto aiutare chi aiuta perché siamo stanchi».

16 luglio 2024