In partenza gli attivisti italiani diretti a Kiev

Al via l’XI missione di pace del Mean. «Serve una presenza fisica di vicinanza dell’Europa alla popolazione che soffre». Prima tappa: l’ospedale pediatrico bombardato

In partenza oggi, 10 luglio, i circa 100 attivisti italiani che prendono parte all’undicesima missione di pace del Mean (Movimento europeo di azione nonviolenta) in Ucraina. Prima tappa: l’ospedale pediatrico bombardato a Kiev. «Per noi, oggi, è un luogo sacro – spiega al Sir il portavoce Angelo Moretti -. Lo era già prima. Lo è ancor di più oggi: quei bambini hanno subito la vergogna e l’orrore di un attacco nei loro confronti. L’odio può essere vinto. Ma per farlo, le parole stanno a zero. Solo una presenza fisica può cambiare gli scenari», afferma.

Varie le associazioni e i movimenti, italiani e internazionali, che aderiscono all’iniziativa. E il pensiero di tutti va «con dolore» alle persone colpite fagli attacchi missilistici russi di lunedì scorso, 8 luglio. Attacchi nei quali è stato colpito, appunto, anche l’ospedale pediatrico di Kiev, il più grande del Paese. «Siamo sempre più convinti che l’Europa non possa essere presente solo sulla stampa, sui media o nelle parole dei governi o nell’esercito. Serve assolutamente una presenza fisica di vicinanza alla popolazione che soffre», rileva Moretti, che racconta del particolare legame del Mean con quella struttura ospedaliera. «Nel marco 2023 – ricorda – siamo entrati nei reparti sotterranei dove erano ricoverati per i malati oncologici. Ci sembrava un delirio che bambini oncologici dovessero proteggersi nei bunker dalle bombe. Sembrava un assurdo pensare che qualcuno potesse mai attaccare un reparto di bambini oncologici».

È nata così la cooperazione del Mean con l’ospedale, per il quale ha acquistato un pullmino, per far uscire qualche ora i bimbi della lunga degenza. «Erano ridotti in uno stato di terrore non solo per la possibilità di una morte per malattia, ma anche per la guerra. Bisognava fare qualcosa che desse loro la speranza. Ecco – sono ancora le parole del portavoce del Movimento -, quel missile ha centrato la speranza».

L’attuazione concreta dei Corpi civili di pace: questo il tema chiave della missione. Dal Mean ricordano che già nel 2001 il Parlamento europeo aveva ribadito la necessità di istituire un Corpo civile di pace  europeo con «l’obiettivo di coordinare a livello dell’Ue la formazione e il dispiegamento di specialisti civili per mettere in atto misure pratiche per la pace». Guardando a questo, gli attivisti del Mean si mettono nuovamente in marcia, a due anni dalla prima missione a Kiev, l’11 luglio 2022, e a sette mesi dalla due giorni di preghiera e riflessione del 14 e 15 ottobre 2023 in Ucraina.

«Non possiamo tacere! E Non possiamo accomodarci nel dibattito tra armare e non armare la resistenza ucraina – scrivono i portavoce del Movimento nella lettera che presenta la mobilitazione -. Chiederemo ancora una volta a gran voce che l’aggressione al popolo ucraino finisca subito e lo chiederemo ancora una volta con i nostri corpi presenti e disarmati, con i piedi piantati nella terra offesa dalla violenza». L’appuntamento è per domani, 11 luglio, memoria di san Benedetto patrono d’Europa e della strage di Sebrenica, a Kiev, in piazza San Michele, «per pregare insieme agli ucraini di tutte le confessioni religiose presenti nel Paese».

Il 12 luglio, poi, tappa nel palazzo di Ottobre, a Majdan, «per chiedere all’Unione europea di proseguire nell’iter dell’istituzione Corpi civili di pace. La nuova Europa non passa solo per le elezioni, passerà soprattutto nel nostro essere “difesa” dell’Ucraina». Per i portavoce del Movimento, «la conservazione dello spirito fondativo della nostra Unione, che Spinelli sognava potesse diventare il motore della “cooperazione pacifica” del mondo, dipenderà da come la società civile, e non solo i governi, decideranno di essere accanto a un popolo aggredito da un’invasione militare, alle nostre porte».

10 luglio 2024