Le chiese di Roma “raccontate” in una collana voluta dal Vicariato

Presentata “Ecclesiae Urbis”. Già disponibili i primi tre volumi. Il vicegerente Reina: «Riprendere il fine del cristianesimo anziché parlare della fine del cristianesimo»

È stata presentata nel Palazzo del Vicariato vecchio la collana di libri “Ecclesiae Urbis” sulle chiese di Roma, pubblicata dalla casa editrice L’Erma di Bretschneider. I primi tre volumi sono dedicati a Santa Maria in Campo Marzio, Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi, Santa Caterina da Siena in Via Giulia. Come ha spiegato l’ad dell’Opera romana pellegrinaggi monsignor Remo Chiavarini, l’iniziativa editoriale «è un lavoro utile», nonostante molte di queste chiese siano state già studiate, perché nella formazione delle guide si constata spesso che il materiale a disposizione «ha bisogno di una rivisitazione in quanto a volte frammentato, spesso datato o anche impreciso. E chi, se non il Vicariato, di cui l’Orp è parte, poteva farsi carico di questa iniziativa? L’obiettivo resta quello di valorizzare il patrimonio artistico ai fini dell’evangelizzazione e il linguaggio dell’arte spesso è l’unico compreso per annunciare il Vangelo al mondo moderno».

Gli ha fatto eco il vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina: «In molti ambienti culturali si parla di fine del cristianesimo. Noi sappiamo che non è così ma è un fatto che le chiese si svuotano, solo il 3% dei battezzati va a Messa la domenica. Dobbiamo fare in modo che le chiese raccontino ciò che contengono, una catechesi per tutti coloro che non hanno mai incontrato Cristo o che se ne sono allontanati. Vale la pena scrivere questi libri senza perdere di vista l’evento che ha cambiato la storia dell’umanità, per riprendere il fine del cristianesimo anziché parlare della fine del cristianesimo».
 
presentazione collana ecclesiae urbis, 28 maggio 2024Il sottosegretario del dicastero per la Cultura e l’educazione padre Antonio Spadaro è partito dalla mostra di Venezia dedicata a Willem de Kooning, artista innamorato di Roma, per spiegare come «bisogna costruire ponti tra antico e contemporaneo. I beni culturali sono eredità del passato e l’arte esprime culture, valori, prospettive. Ma in un certo senso, il passato viene dal futuro: selezioniamo i ricordi sulla base di aspettative e desideri. Si tratta di provare a immaginare il futuro: la creatività plasma l’immaginazione e di questo abbiamo bisogno oggi. Il valore di “Ecclesiae Urbis” è culturale e spirituale». Spadaro ha anche sottolineato come ci sia una «disconnessione tra i giovani e la tradizione culturale»: questa collana rappresenta un modo per colmare questo divario perché è anche un «incontro generazionale».

Un aspetto, questo, su cui si è soffermato Claudio Strinati, segretario generale dell’Accademia nazionale di San Luca, che ha definito l’iniziativa, a cui lavorano molti giovani ricercatori, un’«avventura dello spirito». I libri, ha spiegato, si caratterizzano per la specializzazione, a differenza delle normali guide che tendono per loro natura a una semplificazione: «Anche questo lavoro ha un senso divulgativo ma con caratteristiche scientifiche, senza cadere nei tecnicismi. Un felice equilibrio tra la ricerca scientifica e la divulgazione».

Il lungo intervento della professoressa Claudia Conforti, docente all’Università di Tor Vergata, ha illustrato magistralmente il contenuto dei volumi, in particolare di quello dedicato alla chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi. «C’è un periodico ritorno dello studio delle chiese – ha detto – perché ogni generazione sente il bisogno di “riconoscere” la città, non solo la parte muraria ma anche la storia spirituale degli edifici». Quindi le conclusioni, affidate a Mario Bevilacqua, docente alla Sapienza e direttore della collana, che è tornato a sottolineare la «novità di approccio» dei giovani autori delle opere, confermando che sono in preparazione altri cinque volumi, di cui alcuni di prossima pubblicazione, e che il progetto è aperto anche a nuove proposte, comprese quelle relative a chiese dei primi decenni di questo secolo.

29 maggio 2024