Caracalla sempre più pop: incontro tra mondi diversi

Da De Gregori ai Pooh, a Gershwin e alla danza: musica e suggestioni in uno dei siti archeologici più amati. Il direttore artistico del Teatro dell’Opera Paolo Arcà: «Tosca nel 2025»

Cosa unisce l’archistar Massimiliano Fuksas, un musicista come Puccini, big della canzone come Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia e John Legend e celebrità della danza come Eleonora Abbagnato e Roberto Bolle? Questa varietà di proposte culturali è unita dalla suggestiva location delle Terme di Caracalla e dall’intuizione del Teatro dell’Opera di Roma, che organizza la rassegna “Caracalla Festival 2024”. Un luogo incantevole, impreziosito da eventi che attireranno dal 3 giugno al 10 agosto migliaia di spettatori, tra l’arena con 4.500 posti e il Teatro del Portico, nell’area del cosiddetto Tempio di Giove (normalmente fuori dal circuito di visita), che già da soli spiccano nel nostro patrimonio cittadino per essere parte di uno dei siti archeologici più amati della Capitale. Quest’anno, inoltre, la Soprintendenza e il Teatro dell’Opera offrono delle visite guidate al tramonto che precedono lo spettacolo, per un’esperienza ancor più immersiva.

Partito ben 87 anni fa come arena estiva del Teatro dell’Opera di Roma per le rappresentazioni delle opere classiche e dei balletti, per il secondo anno consecutivo quello che è diventato un vero e proprio Festival vanta per l’imminente stagione anche proposte pop e sperimentazioni originali, vedi Francesco De Gregori e Checco Zalone in duo il 5 giugno e il 9 giugno, preceduti dall’evento speciale di Fiorella Mannoia che il 3 e 4 giugno festeggerà il suo 70° compleanno. In programma anche Ornella Vanoni il 6 giugno, con Senza Fine, un evento che celebra la sua carriera incredibile, tra le canzoni più celebri e le nuove tracce di Calma rivoluzionaria, l’album pubblicato nel 2023, composto dai suoi grandi successi registrati dal vivo in tournée e due inediti, Camminando e Calma Rivoluzionaria con Samuele Bersani, che, a sua volta, sarà protagonista a Caracalla il 7 giugno per i 30 anni di carriera.

Attesi anche Il Volo l’8 giugno con Tutti per uno – ad astra; John Legend il 10 giugno in una performance solo piano; gli inseparabili e inossidabili Pooh l’11 e il 12 giugno; Biagio Antonacci il 13 e 14 giugno con l’ultimo progetto live Funziona solo se stiamo insieme; Antonello Venditti che presenta Notte prima degli esami 1984-2024 40th Anniversary, il tour con cui celebra i 40 anni di Cuore, il suo nono album, e l’iconica canzone Notte prima degli esami, il 18, 19 e 21 giugno; Umberto Tozzi il 20 giugno con L’ultima note rosa, annunciato come tour finale della sua longeva carriera. Successivamente ci saranno anche un omaggio ai cent’anni della Rhapsody in Blue di Gershwin con Wayne Marshall, e uno alle musiche dei film di Walt Disney, il circo contemporaneo, il teatro e una rassegna di spettacoli che celebrano Puccini nel centenario dalla sua morte, oltre a grandi voci della lirica come Sonya Yoncheva, Vittorio Grigolo, Angela Meade e Brian Jagde.

Una selezione per tutti i gusti, dunque, di cui parliamo con Paolo Arcà, direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma, compositore e pianista, oltre che organizzatore di eventi musicali e divulgatore della musica in campo pubblicistico, radiofonico e televisivo.

Come nasce l’idea di rendere più pop il Festival di Caracalla?

Io sono arrivato da poco, ma mi sembra un’iniziativa che serve per abbattere i muri, gli steccati tra la musica cosiddetta leggera e quella classica. Io spesso dico che, a prescindere dal genere, la musica o è bella o è brutta, non ci sono altre distinzioni. In questo particolare momento storico e culturale che stiamo attraversando, è più che mai importante abbattere le barriere, quindi realizzare programmi che siano interdisciplinari, che siano crossover, situazioni di congiunzione tra mondi diversi. E penso anche che offrire una proposta così ampia e variegata, investendo fondi pubblici e privati, sia un’ottima buona pratica.

Quali sono le sfide logistiche e organizzative principali nel mettere in scena spettacoli in un luogo storico come le Terme di Caracalla?

Platea, palcoscenico e buca dell’orchestra si inseriscono perfettamente nello scenario delle Terme, ma la risposta a questa domanda si vedrà dal 5 luglio quando in occasione del centenario della scomparsa di Puccini, il nostro compositore sarà omaggiato con due nuove produzioni di Tosca e Turandot proposte con progetto scenografico di Massimiliano e Doriana Fuksas, al loro debutto con l’opera lirica. E quindi vedremo il progetto scenografico di un grande architetto, di un’artista contemporaneo, che interviene su un tessuto, come dire, antico, perché da una parte ci sono le terme, la struttura architettonica antica delle terme, dall’altra ci sono due opere di Puccini e poi c’è appunto la regia tradizionale, quindi un’unione di musica lirica, architettura inventiva e titoli operistici che in qualche modo fanno parte nel cuore di tutti gli spettatori. Il tutto servirà per uniformare e dare un tocco di creatività moderna e contemporanea che si poggia sulle antiche pietre delle Terme.

La tecnologia e i nuovi media stanno cambiando il mondo dello spettacolo. Come integrate questi elementi nelle produzioni del Teatro dell’Opera?

Il rapidissimo procedere della tecnologia deve corrispondere in qualche modo anche nel teatro musicale a una modernizzazione. Si tratta ovviamente di tener conto senza alcun dubbio, della preponderanza della visualità negli spettacoli d’opera e di danza, come avviene ormai al cinema o in tv, dove vediamo cose meravigliose e sorprendenti a livello di percezione, di creazione. Quindi il teatro musicale d’oggi non può rimanere legato agli schemi tradizionali scenografici di vent’anni fa e si deve assolutamente adeguare a questo tipo di contaminazione; questo è fondamentale perché altrimenti si rischia che una grande forma d’arte come l’opera in musica, inventata a Firenze dai compositori italiani, rischi di scomparire. Io ho cominciato quaranta anni fa a fare il direttore artistico e ne sono successe di cose. C’è stata una trasformazione progressiva molto significativa sfruttando il potere delle proiezioni in scena, via via sempre più stupefacenti e tecnologicamente avanzate.

Il Festival di Caracalla si configura ormai come progetto multidisciplinare e state lavorando già per la programmazione del Teatro dell’Opera del 2025. Cosa ci può anticipare?

Vogliamo che tutti i turisti e pellegrini del Giubileo che verranno a Roma l’anno prossimo abbiano l’opportunità di vedere la Tosca, che è un’opera assolutamente legata a Roma e in particolare al Teatro Costanzi dove nacque per la prima volta il 14 gennaio del 1900; quindi Tosca, con l’ambientazione che sappiamo tra Sant’Andrea della Valle, primo atto, Palazzo Farnese, secondo atto, Castel Sant’Angelo, terzo atto, è un’icona romana, un omaggio alla città, un omaggio meraviglioso che Puccini ha fatto a Roma scrivendo uno dei suoi massimi capolavori, capolavoro, direi, universale. Quindi ci saranno rappresentazioni diffuse in tutto l’arco del cartellone dell’anno prossimo.

27 maggio 2024