Giornata vittime del Covid, Mattarella: «Pagina dolorosa»

Per il capo dello Stato, «la crisi è suonata terribile esperienza delle sfide dell’umanità, a cui solo una risposta globale può fare fronte». La Messa di De Donatis al Divino Amore

«La Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus richiama l’attenzione della nostra comunità sulla terribile prova affrontata in occasione della pandemia e costituisce occasione di vicinanza ai familiari dei tanti deceduti a causa della pervasiva diffusione del Covid-19». Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, che si celebra oggi, 18 marzo, in ricordo del giorno in cui si contarono più vittime.

Il capo dello Stato la definisce una «pagina dolorosa della storia recente del nostro Paese e del mondo intero» e parla di una crisi che «è suonata terribile esperienza delle sfide di fronte alle quali può trovarsi l’umanità e di come solo una risposta coordinata a livello globale sia stata in grado di farvi fronte, con l’accelerazione nella messa in opera delle più recenti scoperte della ricerca in cui protagonista è stata l’Unione europea».

Nell’analisi di Mattarella, «la memoria collettiva ne è uscita segnata ed è giusto, tuttavia, ricordare come lo sforzo sinergico e solidale delle istituzioni a ogni livello, del personale sanitario, dei volontari e società civile, abbia consentito di arginare un nemico intangibile all’insegna di una rinascita globale. In questa Giornata – conclude – la Repubblica commemora le vittime dell’epidemia e rinnova sentimenti di profondo cordoglio a tutti i familiari».

E per tutte le vittime, per i loro familiari, ma anche per quanti sono guariti, si prega stasera al santuario del Divino Amore, dove alle 18 è in programma la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Al termine della Messa sarà piantato un ulivo, nella zona vicina all’ingresso dell’Ufficio postale, a ricordo della Giornata. «Per noi credenti la memoria è sempre un’Eucaristia – osserva il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per l’ambito della Diaconia della carità -, anche perché tante persone morte in quel periodo non hanno avuto funerali. Quello del 18 marzo sarà un modo, come comunità diocesana, non per celebrare il dolore, ma per superarlo». Anche la pianta di ulivo vuole essere «un ricordo specifico e concreto», prosegue il vescovo. Accanto alla pianta, inoltre, verrà scoperta una targa in ricordo delle vittime della pandemia di Covid-19.

18 marzo 2024