In Europa ancora minacce alla sicurezza dei giornalisti

Presentato il rapporto annuale della Piattaforma del Consiglio Ue, che copre i 46 Stati membri, Russia e Bielorussia. Buric: «Ostacoli alla libertà di stampa»

Minacce, intimidazioni, detenzione, leggi restrittive, azioni legali abusive. E ancora: ostacoli alla libertà di stampa, appropriazione dei media e attacchi ai media del servizio pubblico. Sono le principali questioni al centro del rapporto annuale 2024 della Piattaforma del Consiglio d’Europa per rafforzare la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, diffuso ieri, 5 marzo, a Strasburgo. Il titolo: “Libertà di stampa in Europa: è tempo di invertire la tendenza”. Sotto analisi i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, come anche la Russia – espulsa dal Consiglio nel 2022 – e la Bielorussia.

La Piattaforma è stata istituita dal Consiglio d’Europa nel 2015, in cooperazione con ong internazionali di spicco attive nel campo della libertà di espressione e associazioni di giornalisti, con l’obiettivo di «fornire informazioni che potrebbero servire come base per il dialogo con gli Stati membri su possibili misure protettive e correttive». Tra le principali preoccupazioni espresse dalle organizzazioni partner nel rapporto 2024 ci sono l’implementazione illecita di spyware contro i giornalisti, il ricorso ad azioni legali abusive contro di loro per ostacolarne il lavoro investigativo e la situazione precaria di molti giornalisti in esilio, in particolare dalla Russia e dalla Bielorussia. Il rapporto valuta infatti le principali questioni che minano la libertà di stampa e formula raccomandazioni per affrontarle.

«Nel 2023, i partner della piattaforma hanno pubblicato 285 avvisi riguardanti gravi minacce o attacchi alla libertà dei media in Europa, rispetto ai 289 avvisi del 2022 – si legge nel  comunicato che accompagna il rapporto -. Sebbene nel 2023 il numero di giornalisti uccisi e i casi di violenza di strada contro di loro sia diminuito, gli avvisi sulla piattaforma mostrano una crescente diversità di minacce, pressioni e vincoli che subiscono i giornalisti nello svolgimento del loro lavoro».

Nelle parole della segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić, «il rapporto della Piattaforma per la sicurezza dei giornalisti mostra i crescenti rischi e ostacoli che affrontano i giornalisti e i media in Europa. Occorre un’azione decisa da parte degli Stati per proteggere i giornalisti e contrastare le minacce alla libertà dei media come le azioni legali abusive e il controllo illegale. Per migliorare la sicurezza dei giornalisti – sono ancora le sue parole -, i nostri Stati membri devono dimostrare un forte impegno a rispettare le norme in materia di libertà dei media e promuovere la campagna “Journalists matter” del Consiglio d’Europa a livello nazionale».

Nella stessa giornata di ieri a Strasburgo la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović ha pubblicato un memorandum sulla libertà di espressione e dei media e sulla situazione dei difensori dei diritti umani e della società civile in Turchia. «La libertà di espressione è in pericolo in Turchia, con giornalisti, difensori dei diritti umani e società civile che operano in un ambiente criticamente ostile, caratterizzato da pressioni sistematiche e azioni legali contro di loro – ha osservato -. Il deterioramento della libertà di espressione in Turchia ha raggiunto livelli nuovi e profondamente preoccupanti, caratterizzati da numerose palesi violazioni degli standard sui diritti umani. Con il passare del tempo e l’incapacità delle autorità di affrontare queste violazioni, il danno causato alla libertà dei media e alla libertà di espressione in Turchia lascia un segno sempre più profondo, portando all’autocensura da parte di giornalisti e media indipendenti. Lo stesso si può dire per il pubblico in generale, comprese le generazioni più giovani. Tutto sommato, la situazione ha generato un dibattito pubblico impoverito e unilaterale».

6 marzo 2024