In Ucraina 42 vittime civili al giorno in due anni di guerra

L’appello della Piattaforma umanitaria delle ong nel Paese – tra cui Save the Children – per il cessate il fuoco. 14,6 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria

A due anni dall’escalation del conflitto in Ucraina, sono più di 10.500 i civili uccisi, tra cui 587 bambine e bambini; quasi 20mila i feriti, mentre i continui bombardamenti, le mine e gli attacchi dei droni hanno lasciato una generazione traumatizzata, sfollata e spaventata per la propria vita. In media, la stima è di 42 civili uccisi e feriti ogni giorno, dal 24 febbraio 2022. Particolarmente letali gli ultimi mesi. Proprio per questo 51 membri della Piattaforma delle ong umanitarie in Ucraina, tra cui Save the Children, chiedono l’immediata protezione dei civili e ricordano agli Stati membri le promesse fatte per affrontare i drammatici bisogni umanitari della popolazione in Ucraina.

«Più dell’87% delle persone uccise, ovvero 9.241, sono vittime di armi esplosive, mentre molti hanno subito conseguenze che hanno drammaticamente cambiato le loro vite, come la perdita di arti o della vista – affermano le ong -. Si ritiene che il numero sia ampiamente sottostimato, poiché le Nazioni Unite continuano a verificare le cifre. Allo stesso tempo, anche le persone lontane dalla linea del fronte, in Ucraina, hanno bisogno di sostegno per ricostruire le loro vite e riprendersi». In tutto il Paese, due anni di ripetuti combattimenti hanno distrutto vite, case e mezzi di sussistenza, lasciando 14,6 milioni di persone, tra cui quasi 3 milioni di bambini, nel disperato bisogno di assistenza umanitaria. Quasi l’80% delle persone bisognose di aiuto necessita anche di supporto per la propria salute mentale. Solo nel 2022, il livello di povertà in Ucraina è quintuplicato passando dal 5 al 24%.

Significativo anche il dato delle persone in fuga: a causa delle violenze in corso, circa 4 milioni di persone sono ancora sfollate all’interno dell’Ucraina e più di 5,9 milioni sono state costrette a fuggire nei Paesi vicini. Anche se il 67% degli sfollati interni dichiara di voler tornare, un giorno, a casa, molti non sono in grado di farlo perché la guerra ha distrutto le loro comunità e i loro mezzi di sostentamento. Molti sfollati faticano a integrarsi nelle loro nuove comunità, dove è difficile trovare lavoro e alloggio. Le donne rappresentano il 58% degli sfollati interni e hanno più probabilità degli uomini di essere disoccupate e di dipendere dagli aiuti umanitari.

Colpiti «in modo sproporzionato» dalla guerra in corso i gruppi vulnerabili: i bambini, i Rom, le persone LGBTQIA+, gli anziani e le persone con disabilità. Per loro, gli effetti della crisi si sommano alle esigenze specifiche.

«Mentre la guerra continua – afferma Joanna Garbalinska, direttrice della Piattaforma delle ong umanitarie in Ucraina -, la vita è ben lontana dalla normalità. I civili vivono quotidianamente sotto la minaccia di missili e granate, che continuano a colpire aree civili popolate, seminando morte e distruzione, sia nelle zone vicine alla linea del fronte che in quelle più distanti».

In questa situazione, «la Piattaforma chiede che tutti gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili cessino immediatamente, in particolare nelle aree urbane densamente popolate, in quanto possono costituire gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. I civili – aggiunge la direttrice – devono sempre essere protetti dalla violenza. La giornata di oggi segna una triste pietra miliare della guerra in Ucraina. Mentre i combattimenti entrano nel terzo anno dall’escalation, le agenzie umanitarie in Ucraina ricordano agli Stati membri le promesse fatte per affrontare la crisi. Oggi – conclude – il sostegno umanitario è più necessario che mai. Finanziamenti di lungo periodo a sostegno degli sforzi umanitari e per il recupero – con la società civile ucraina in prima linea – sono fondamentali per la sicurezza dei civili e per il futuro dell’Ucraina».

23 febbraio 2024