Fecondazione assistita, la Regione fissa alcune regole

Per l’eterologa e l’omologa le donne non potranno avere più di 43 anni e potranno effettuare fino a tre cicli. Il consigliere Tarzia: «Utilizzare le esigue risorse per prevenzione e cura di infertilità e sterilità»

 

La regione Lazio ha fissato le regole per l’erogazione delle prestazioni di fecondazione medicalmente assistita nei 21 centri operativi presenti sul territorio con l’obiettivo di dare, si legge in un comunicato della Regione, «un’assistenza di qualità alle donne e alle famiglie in totale sicurezza». Per quanto riguarda la fecondazione eterologa e omologa l’età massima della donna per essere a carico del servizio sanitario regionale è di 43 anni. Nelle strutture pubbliche possono essere effettuati tre cicli.

Per quel che riguarda le tariffe, «si è preferito aspettare» la proposta unica sulla quale stanno lavorando tutte le regioni. «L’obiettivo è arrivare a definire una proposta unica valida in tutte le regioni ed evitare qualsiasi tipo di caos tariffario. Per questo si è preferito attendere senza alimentare confusione». Su una platea di 48 centri operativi nel Lazio che erano registrati presso l’Istituto superiore di sanità, solo 23 sono risultati in possesso dei requisiti richiesti. Di questi, 7 sono centri pubblici, 16 privati. 2 di questi, attivi a Sora e Frosinone, hanno già ottenuto il via libera. Altri due invece, pur avendo i requisiti, hanno rinunciato. I centri saranno quindi in tutto 21.

Attualmente l’unico centro pubblico per la procreazione medicalmente assistita in funzione a Roma è quello del Sant’Anna. A breve riaprirà anche la struttura del San Filippo Neri che sta risolvendo il problema del certificato antincendio, lo stesso vale per il Pertini. Per i centri del San Camillo, Gemelli, Santa Maria Goretti di Latina, e Policlinico Umberto I, invece, le procedure di autorizzazione sono ormai definite. «Chiudiamo così una fase di assoluta incertezza e di vero e proprio caos che è durata anni. Anche in questo campo il Lazio torna ad essere una regione all’avanguardia, più civile e più umana – è il commento del presidente, Nicola Zingaretti».

In risposta alla dichiarazione del presidente della Regione Lazio, arriva il commento di Olimpia Tarzia, presidente del Movimento PER Politica Etica Responsabilità e vicepresidente della commissione regionale Cultura: «Mi auguro che il presidente Zingaretti non voglia alimentare speranze infondate e decida invece
di utilizzare le già esigue risorse della sanità regionale per la ricerca di prevenzione e cura (cosa in molti casi possibile) dell’infertilità e della sterilità e magari affrontare seriamente e porre rimedio all’estenuante, infinita trafila che deve sopportare una coppia nel cammino dell’adozione».

17 settembre 2014