Emergenza profughi, in 3mila bloccati alla frontiera serbo-croata

La denuncia arriva da Medici senza frontiere, sul posto con due cliniche mobili. La causa: la chiusura del confine ungherese con la Croazia

La denuncia arriva da Medici senza frontiere, impegnata sul posto con due cliniche mobili. La causa: la chiusura del confine ungherese con la Croazia

Sono oltre 3mila le persone bloccate al confine serbo-croato, nel punto di transito di Berkasovo/Bapska. Tra loro molte donne con bambini, tutti esposti al freddo e alla pioggia, senza ripari, assistenza o servizi igienico-sanitari. È la denuncia che arriva da Medici senza frontiere, l’organizzazione medico-umanitaria che sta assistendo i rifugiati alla frontiera, molti dei quali in fuga dal conflitto siriano, con due cliniche mobili. Moltissime le persone in ipotermia e con altri disturbi, avvertono gli operatori, e con l’arrivo dell’inverno la situazione rischia di aggravarsi «se non verranno urgentemente messe in atto misure di protezione adeguate».
All’origine di questa situazione, spiegano da Masf, la chiusura del confine ungherese con la Croazia e la decisione delle autorità slovene di ammettere un massimo di 2.500 persone al giorno, per una media giornaliera di 5mila transitanti. «Abbiamo dormito sotto la pioggia – è la testimonianza di Mohammed, arrivato da Idlib, Siria -. C’erano tuoni e lampi e i bambini tremavano per il freddo e la paura. Ci siamo ammalati per il vento e la pioggia, eravamo stanchi e i bambini affamati. Soffriamo in ogni Paese che dobbiamo attraversare». Medici senza frontiere avverte: «Le autorità fanno il possibile per portare le persone in Croazia, ma devono fornire un livello minimo di assistenza».
21 ottobre 2015