Istituiti i primi 280 catechisti della diocesi di Roma

A conferire loro il ministero, il cardinale De Donatis, che li ha inviati a essere «inseriti nelle comunità parrocchiali, nei gruppi e nelle associazioni». Il mandato dai vescovi

La croce di legno ricevuta dalle mani del cardinale vicario e dei vescovi ausiliari Daniele Salera, delegato per la Catechesi in diocesi, Dario Gervasi e Baldo Reina e posta al collo quale «segno della nostra fede e cattedra della verità e della carità di Cristo». È infatti alla luce del messaggio di «misericordia del Signore» che sono chiamati a «collaborare con i ministri ordinati, pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi», i 280 catechisti istituiti, i «primi della nostra diocesi», come ha spiegato il cardinale Angelo De Donatis che ha presieduto ieri sera, 21 gennaio, la solenne celebrazione nella basilica di San Giovanni in Laterano, conferendo loro il ministero.

Tre i riferimenti che, a partire dalla Parola del giorno, il porporato ha offerto affinché compiano «la missione che Gesù ha affidato ai discepoli e ai suoi successori, rendendoli pescatori di uomini», radicandola «in una profonda vita di preghiera e in una sana dottrina», animati da «vero entusiasmo apostolico». Il profeta Giona, mandato a Ninive per «predicare la penitenza», è per De Donatis il primo modello cui guardare per vivere «il ministero stabile di catechista aperti alla voce di Dio che chiama», senza «opporre resistenza» ma obbedendo con prontezza «alla sua Parola», lasciando che «cambi il nostro cuore» tanto che «si sintonizzi alle dimensioni della sua misericordia offerta a tutti».

Ancora, le figure dei primi discepoli, quelli che lasciarono tutto per seguire il Signore dopo avere udito il monito “Convertitevi e credete al Vangelo”, «parole che sono luce e che squarciano il buio» perché «dicono che Dio è vicino, è qui tra noi» ed è «Gesù che lo rende presente e lo fa entrare nella nostra vita», ha detto De Donatis. Allora è «andare dietro a Lui la cosa più importante – sono ancora le parole del cardinale – e non credere a un’idea ma seguire il Signore» poiché «essere catechista non vuol dire impartire una lezione ma condurre a Gesù», interiorizzando «gli atteggiamenti del Suo cuore» e «sperimentando l’amicizia con Lui». In particolare, chiamati a «preparare ai sacramenti», i catechisti devono farli sperimentare e vivere «quali veri incontri con Gesù Cristo per configurarsi a Lui, per trasformarsi in Lui, per essere uniti a Lui».

Infine, il terzo riferimento offerto dal porporato ai catechisti è quello di san Paolo e della «dimensione morale», laddove «compito del catechista è accompagnare i ragazzi, i giovani e gli adulti ad assumere una visione cristiana della vita che porti a vivere la vita nuova in Cristo, praticando concrete opere di misericordia».

In conclusione, De Donatis ha auspicato che «il conferimento del ministero dei catechisti possa favorire un nuovo impulso nella missione evangelizzatrice della nostra diocesi di Roma» alla luce dell’urgenza che venga «portata a tutti la buona notizia del Vangelo in questo cammino sinodale che stiamo vivendo con la Chiesa intera». Da ultimo, l’invito ai catechisti a essere «inseriti nelle comunità parrocchiali, nei gruppi e nelle associazioni», operando «sotto la guida dei sacerdoti e dei vescovi», e l’invocazione a Maria, «stella della nuova evangelizzazione», affinché «vi accompagni e vi guidi» mentre «i santi martiri catechisti siano per voi sprone ed esempio».

Al termine della Messa, concelebrata, tra gli altri, da don Andrea Cavallini e don Enzo Fiore, rispettivamente direttore e collaboratore dell’Ufficio catechistico diocesano, e dai parroci e i viceparroci delle 151 comunità parrocchiali di provenienza dei catechisti istituiti, questi ultimi hanno ricevuto dai vescovi di settore il Mandato, a seguito del quale – continuando a svolgere il loro servizio – inizieranno a esercitare il ministero nella propria parrocchia.

22 gennaio 2024