I settimanali cattolici, chiamati a un «nuovo patto con il territorio»

A Roma i lavori della XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva della Fisc, che conta 157 soci e 190 testate. Il segretario Cei Baturi: «Ripensare il concetto di unità»

«Vi auguro di continuare a saper trarre cose belle dalla vostra storia e a non aver paura di quelle nuove». Così ieri sera, 23 novembre, l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei Giuseppe Baturi ha aperto al Th Roma Carpegna Palace la XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva della Fisc, Federazione italiana settimanali cattolici, sul tema “La Fisc: una voce al servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità”. I settimanali diocesani, ha riflettuto il presule, sono chiamati «a far crescere la corresponsabilità del popolo di Dio e di tutti i battezzati, pur nelle distinzioni dei diversi ministeri e carismi. In questo modo il popolo cristiano riesce a leggere le domande più profonde degli uomini di oggi e a dialogare con la contemporaneità». È grazie a questa corresponsabilità che non solo non si teme il cambiamento d’epoca, ha spiegato Baturi, «ma soprattutto lo si auspica, facendosene protagonisti». Ha quindi esortato a «ripensare» al concetto di unità non solo tra settimanali cattolici ma con tutti i mezzi di comunicazione del mondo cattolico italiano, pur «nella differenziazione delle funzioni». Altro tema, il rapporto tra il settimanale diocesano e il territorio, «comunità di vite e di destini». La stampa è un aiuto affinché le comunità territoriali «si sentano parte di un respiro più ampio, quello della Chiesa. Il settimanale può svolgere questa funzione aprendo il territorio a un respiro più cattolico».

I lavori dell’assemblea, organizzata con l’Ufficio nazionale comunicazioni sociali della Cei, il Servizio per il sostegno economico della Chiesa cattolica e l’agenzia Sir, sono proseguiti con la relazione di Mauro Ungaro, presidente della Fisc, che a oggi conta 157 soci e 190 testate, tra le quali Romasette.it. Nello specifico si tratta di un quotidiano, 110 settimanali, 9 quindicinali, 2 bisettimanali, 37 mensili, 31 testate online. A 55 anni dall’approvazione della Carta di Brescia, per Ungaro i tempi sono maturi per «sottoscrivere un nuovo “patto” con le Chiese locali volto a ribadire il ruolo che il settimanale diocesano ha al loro interno. Dobbiamo farci carico di pensare per aiutare le nostre Chiese a pensare, mettendo al centro del dibattito i temi della Chiesa e quelli dei territori». Durante la pandemia i settimanali cattolici sono stati impegnati a «raccontare e valorizzare le storie vissute dalle e nelle Chiese locali», e oggi sono al lavoro per «aiutare i lettori a non abituarsi alle guerre in corso nel pianeta. Per offrire un’informazione puntale, attenta e completa su quanto avviene in questa e in altre parti del mondo». Un grande appuntamento per le testate diocesane è sicuramente il Giubileo del 2025. «Sarà una sfida importante per aiutare il cammino delle nostre Chiese impegnate in quello che il Santo Padre ha indicato come “il senso della fraternità universale”», ha proseguito Ungaro assicurando che «la Fisc c’è e può svolgere davvero un ruolo importante non solo a livello narrativo ma anche in ambito propositivo e organizzativo».

Proprio in vista del Giubileo il direttore del Sir Amerigo Vecchiarelli ha annunciato che ci saranno novità editoriali per «essere più presenti, per offrire contenuti e raccontare sempre meglio la realtà del mondo». Ha inoltre assicurato che il desiderio di rafforzare il legame tra l’agenzia e i settimanali cattolici «è sempre più forte». Il direttore generale di Avvenire Alessandro Belloli ha invece rinnovato la disponibilità della redazione «ad ospitare stage dei collaboratori delle testate diocesane».

24 novembre 2023