Il Papa: «Formare uomini capaci di relazioni sane»

Nell’udienza a Fisc, Uspi, Corallo e Aiart, Francesco parla anche della violenza contro le donne. «Comunicare è formare l’uomo e la società». Le vie: tutela e testimonianza

Formazione, tutela e testimonianza sono le tre vie indicate da Papa Francesco affinché la comunicazione sia sempre più impegnata a «tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare muri». La prima aiuta a «formare uomini capaci di relazioni sane,» perché «comunicare è formare l’uomo è formare la società». Parole che ha rivolto questa mattina, giovedì 23 novembre, ricevendo in udienza nella Sala Clementina, in Vaticano, le delegazioni della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dell’Unione stampa periodica italiana (Uspi), dell’associazione “Corallo” e dell’associazione “Aiart – Cittadini mediali”. Partendo dall’attualità e dall’escalation di femminicidi – «le terribili notizie di violenza contro le donne» – Bergoglio ha esortato le quattro realtà impegnate nella comunicazione la stampa cattolica a «non abbandonare il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano».

L’incontro con il pontefice ha anche ufficialmente aperto la XX assemblea ordinaria elettiva nazionale della Fisc. Fino a sabato 25 novembre i partecipanti discuteranno sul tema “La Fisc: una voce al servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità”. L’assise è stata organizzata in collaborazione con Ufficio nazionale Cei per le comunicazioni sociali, il Servizio Cei per il sostegno economico della Chiesa cattolica e l’Agenzia Sir al “Th Roma Carpegna Palace”. La Federazione, nata il 27 novembre 1966, associa 191 testate diocesane tra le quali Romasette.it, che coprono l’informazione di 160 diocesi italiane. È stata fondata per raccogliere l’eredità delle testate nate alla fine del 1800 sull’impulso dell’enciclica Rerum Novarum di Leone XII.

L’Uspi, costituita nel 1953, fornisce invece consulenze editoriali, fiscali, legali, servizi, convenzioni e formazione, agli editori di quotidiani e periodici cartacei e online. Aiart, acronimo di Associazione italiana ascoltatori radio e televisione, anch’essa fondata nel 1953, vigila, tutela ed educa gli utenti dei media. Il suo impegno è infatti quello di incidere sui programmi televisivi e formare i telespettatori di tutte le età ad un ascolto responsabile e critico. La più giovane tra le quattro è l’associazione Corallo nata nel 1981: riunisce stazioni radiofoniche e televisive italiane di ispirazione cattolica ed opera in sinergia con l’Ufficio nazionale Cei per le Comunicazioni sociali.

La comunicazione, ha avvertito il Papa, non deve farsi distrarre dalle nuove tecnologie che hanno riformato il settore ma puntare a «rinnovare sempre l’impegno per la promozione della dignità delle persone, per la giustizia e la verità, per la legalità e la corresponsabilità educativa». Soffermandosi sempre sull’importanza della formazione, il Papa ha riflettuto che «non è un semplice compito, ma una questione vitale» perché «in gioco c’è il futuro della società». Un tema a lui caro è infatti la promozione del dialogo intergenerazionale «oggi più che mai fondamentale» per aiutare le nuove generazioni a non rimanere impigliate nelle trame del web «dov’è necessario non essere ingenui», ha ripetuto per due volte, «e, allo stesso tempo, non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio».

La via maestra è la prudenza, un atteggiamento che «si vive, nasce insieme dal cuore e dalla mente, e poi si sviluppa. La prudenza, vissuta con semplicità d’animo, è quella virtù che aiuta a vedere lontano, che porta ad agire con ‘previsione’, con lungimiranza». Francesco ha quindi incoraggiato i settimanali cattolici a «promuovere una “ecologia della comunicazione” nei territori, nelle scuole, nelle famiglie», a non limitarsi a “trasmettere” notizie ma a dare ad esse «una visione cristiana volta a formare le menti e i cuori», a non correre dietro gli scoop ma a ricordarsi che dietro ogni evento «ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti».

La seconda strada tracciata dal Papa è quella della tutela e il suggerimento, attingendo all’enciclica Fratelli tutti, è quello di «promuovere strumenti che proteggano tutti, soprattutto le fasce più deboli, i minori, gli anziani e le persone con disabilità, e li proteggano dall’invadenza del digitale e dalle seduzioni di una comunicazione provocatoria e polemica». In quest’ottica, la stampa cattolica deve «far crescere una cittadinanza mediale tutelata» che rispetti pienamente la dignità delle spersone, specie le più vulnerabili, attraverso parole e immagini.

Parlando della “testimonianza”, atteggiamento «che libera e spinge a rimboccarsi le maniche, a uscire dalle proprie zone di tranquillità per rischiare», il Papa ha invitato i presenti ad avere come modello il beato Carlo Acutis, «testimone della comunicazione», e ad «andare controcorrente: di parlare di fraternità in un mondo individualista – le parole di Francesco -; di pace in un mondo in guerra; di attenzione ai poveri in un mondo insofferente e indifferente. Ma questo si può fare credibilmente solo se prima si testimonia ciò di cui si parla».

23 novembre 2023