Violenza sulle donne, ActionAid: «Prevenzione non è priorità del governo»

La richiesta di una norma che preveda un finanziamento annuale e di interventi strutturali in ogni ambito della società. L’obiettivo: «Un cambiamento culturale»

Il vero contrasto alla violenza sulle donne si attua solo con la prevenzione. È necessario che governo e Parlamento rendano concreta l’adozione di una normativa primaria che preveda un finanziamento annuale. ActionAid torna a puntare il dito contro le istituzioni e un sistema antiviolenza troppo orientato a garantire normative punitive per chi commette abusi, piuttosto che creare un nuovo modello culturale che metta al centro l’educazione e la formazione delle giovani generazioni: «Campagne di sensibilizzazione continuative e rivolte a diversi gruppi sociali, formazione obbligatoria per aziende private e pubbliche, standard su uguaglianza e ruoli di genere per social media, piattaforme digitali, editoria, cinema, discografia e videogiochi sono solo alcuni esempi di azioni per agire sulle cause profonde della violenza maschile contro le donne – dichiara Katia Scannavini, vicesegretaria generale ActionAid Italia -. Solamente intervenendo in maniera sistematica sulle radici culturali del sistema patriarcale che governa tutti gli ambiti della quotidianità delle donne e degli uomini è possibile produrre un cambiamento e garantire alle bambine, alle ragazze e alle donne il diritto di vivere una vita senza violenza». In concreto, l’organizzazione chiede a governo e Parlamento l’adozione di una norma sulla prevenzione primaria che preveda un finanziamento annuale. L’obiettivo: dotare ogni anno il Paese di fondi certi e obbligatori per la prevenzione, «indipendentemente da chi governa».

I numeri parlano chiaro. Secondo una ricerca Ipsos-ActionAid che analizza la fascia 14-19 anni, 4 giovani su 5 pensano che una donna possa sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole; 1 su 5 crede che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante; e 1 su 5 ritiene non sia violenza toccare le parti intime di un’altra persona senza consenso. Nel mondo online la situazione non migliora. Per ActionAid l’educazione all’affettività e alla sessualità è essenziale per prevenire la violenza e «per questo deve essere obbligatoria e co-progettata per docenti e studenti di tutti i cicli scolastici con personale autonomo e laico».  È però altrettanto necessario prevedere interventi strutturali in tutti gli ambiti della società per raggiungere anche persone più adulte. La violenza, infatti, riguarda tutte le fasce di età. Secondo i dati Istat (2021), sono stati soprattutto gli uomini tra i 35 e i 44 anni (23%) e tra i 45 e i 54 anni (22%) a essere stati denunciati per atti di violenza contro le donne.

Per l’organizzazione, è indispensabile il lavoro di concerto di governo e partiti, per l’attuazione di interventi strutturali. Ma i fatti dimostrano una volontà differente. Nell’ultimo anno, secondo ActionAid, su 48 disegni di legge presentati sull’argomento il 59% hanno riguardato “punizione e protezione” mentre solo il 25% la prevenzione. Solo il 29% del totale prevede però una copertura finanziaria. Percentuale che scende al 3% se si considerano le proposte normative sulla prevenzione. Di questi, solo tre sono stati tramutati in normative effettive. Si tratta dell’aumento delle risorse per le strutture di accoglienza (+6 mln a decorrere dal 2024) e il Piano antiviolenza (+10 mln a decorrere dal 2023) e del rifinanziamento del reddito di libertà per l’anno 2023 (1,8 mln). E poi ancora, l’accesso agevolato all’assegno di inclusione e le modifiche al codice di procedura penale in materia di avocazione delle indagini introdotto dalla legge Bongiorno. «Iniziative importanti, che riflettono però la scelta di governo e Parlamento di adottare ancora una volta un approccio emergenziale al contrasto della violenza maschile contro le donne piuttosto che una strategia strutturale, che agisca sulla diffusa cultura patriarcale e maschilista del Paese», commentano da ActionAid.

Tante parole ma pochi fatti, insomma. Stando allo studio “Prevenzione sottocosto” di ActionAid, i fondi stanziati per il funzionamento del sistema antiviolenza nazionale nei 10 anni della Legge 119/2013, hanno visto una crescita del 156%, ma il numero delle donne uccise da uomini è rimasto invariato nel tempo. Il maggior incremento di risorse (+65%) è stato registrato tra il 2020 e il 2023 dove stati impegnati circa 248 mln di euro. L’81% delle risorse è stato destinato soprattutto a interventi di protezione per rispondere alle esigenze di donne che hanno già subito violenza. Solo il 13% a interventi di prevenzione, di cui il 5,6% per azioni di prevenzione primaria, ovvero interventi di educazione e sensibilizzazione per scardinare norme e comportamenti sociali che producono e riproducono la violenza.

21 novembre 2023