Guerra Israele – Hamas, Parolin: «Disumano. La Santa Sede pronta alla mediazione»

Il cardinale segretario di Stato in un’intervista ai media vaticani rilancia gli appelli di Francesco per il Medio Oriente. «La legittima difesa non colpisca i civili»

Rilancia gli appelli di Papa Francesco per il Medio Oriente, il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Lo fa in un’intervista ai media vaticani, affermando che «è giusto che gli ostaggi vengano riconsegnati subito, anche quelli che Hamas detiene dagli scorsi conflitti È giusto che nella legittima difesa Israele non metta in pericolo i civili palestinesi che vivono a Gaza. È giusto, indispensabile direi, che in questo conflitto, come in ogni altro, il diritto umanitario sia pienamente rispettato».

Nelle parole del cardinale, «la liberazione degli ostaggi israeliani e la protezione della vita degli innocenti a Gaza sono il cuore del problema creatosi con l’attacco di Hamas e la risposta dell’esercito israeliano. Sono al centro delle preoccupazioni di tutti noi, del Papa e dell’intera comunità internazionale. La Santa Sede è pronta a qualsiasi mediazione necessaria – aggiunge -, come sempre. Intanto cerca di parlare con le istanze i cui canali sono già aperti».

Ogni tipo di mediazione però, evidenzia il segretario di Stato vaticano, «deve tenere conto di una serie di elementi che rendono la questione molto complessa e articolata, come la questione degli insediamenti israeliani, della sicurezza e il nodo della città di Gerusalemme. Una soluzione – evidenzia – si può trovare nel dialogo diretto fra palestinesi ed israeliani, incoraggiato e sostenuto dalla comunità internazionale, anche se ora sarà tutto più difficile».

Guardando all’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre scorso, Parolin lo definisce «disumano. È diritto di chi è attaccato difendersi – prosegue -, ma anche la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità». Quindi prosegue: «Non so che margine di dialogo ci possa essere tra Israele e la milizia di Hamas, ma, se ci fosse e speriamo che ci sia, lo si dovrebbe percorrere subito e senza indugio. Questo per evitare altro spargimento di sangue, come sta avvenendo a Gaza, dove ci sono molte vittime civili innocenti a seguito degli attacchi dell’esercito israeliano».

Proprio pensando alla realtà della Striscia e alla difficile situazione della piccola comunità cristiana di Gaza, guidata da padre Gabriel Romanelli – attualmente bloccato a Betlemme, il porporato ribadisce che «nessuno può pensare né la Palestina né Israele senza la presenza cristiana, che è lì fin dagli inizi e sarà lì per sempre. È vero, ora la piccola comunità cattolica di Gaza – circa 150 famiglie – soffre tantissimo. E quando un membro soffre, tutta la Chiesa soffre, e quindi tutti soffriamo. Sappiamo che si sono radunati in parrocchia. Il parroco non è potuto rientrare e rimane a Betlemme. Tutto è fermo, paralizzato, come in una morsa di paura e rabbia. Preghiamo per gli israeliani, preghiamo per i palestinesi, preghiamo per i cristiani, gli ebrei e i musulmani».

13 ottobre 2023