In Italia oltre 4 milioni di persone con disturbi mentali

I dati dell’Oms, nella Giornata mondiale della salute mentale. In Italia aumentano le diagnosi ma diminuiscono i Dipartimenti. Sip: 700mila adolescenti dipendenti dal web

L’Italia si illumina di verde, contro le malattie della mente. Un’iniziativa promossa dalla Società italiana di psichiatria (Sip), alla quale hanno aderito istituzioni nazionali, Regioni e Comuni, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, oggi, 10 ottobre. Circa un miliardo in tutto il mondo, nel 2023, le persone che stanno affrontando disturbi mentali. A rivelarlo sono i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, che parla anche di 4,5 milioni di persone con problemi di salute mentale in Italia. Di queste, solo circa 900mila fanno riferimento ai centri di salute mentale.

Ad aumentare il disagio negli ultimi tre anni, il Covid, la guerra, la crisi economica e l’inflazione. Il risultato è un incremento delle diagnosi del 30%. Lo rivelano i dati Oms ma, si legge nel comunicato Sip, «ogni specialista ha potuto verificare nella quotidianità del proprio lavoro che la prevalenza dei disturbi mentali sta per superare quella delle patologie cardiovascolari».
Depressione e altre patologie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui l’Oms aveva stimato il «sorpasso». Numeri che valgono in Italia il 4% del Pil tra spese dirette e indirette. Senza contare la diminuzione dell’aspettativa di vita di 10 anni.

Dalla Società italiana di psichiatria parlano di «”policrisi” in cui pandemia e guerra, inflazione e turbolenze sociali stanno facendo da detonatore al disagio mentale. A pagare il prezzo più alto  – proseguono – sono le categorie fragili: bambini e adolescenti, donne, anziani, fasce sociali svantaggiate. Nonostante ciò le risorse a diposizione dei Servizi di salute mentale pubblici sono in continuo calo, e sono ormai sotto il 3% del fondo sanitario nazionale, mentre l’indicazione europea è del 10% per i Paesi a più alto reddito». A dimostrazione, sono «diminuiti i Dipartimenti di salute mentale (Dsm): dai 183 del 2015 ai 141 del 2020, mentre si stima che entro il 2025 mancheranno all’appello altri mille psichiatri, a fronte di un incremento generalizzato di aggressività e violenza nei confronti di tutti gli operatori, ma soprattutto nella psichiatria». La Sip richiama quindi l’attenzione delle istituzioni su un disagio che non può più essere sottovalutato. L’invito è a «sostenere il servizio pubblico, l’unico in grado di prevenire, riconoscere e trattare in maniera adeguata i disturbi mentali».

A mettere l’accento sulla situazione dei giovani, Emi Bondi, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) e direttore del Dsm dell’Ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo, intervenuta ieri, 9 ottobre, all’incontro promosso presso la Sala Isma del Senato in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, che quest’anno coincide con i 150 anni della fondazione della Sip. «I giovani – ha detto – stanno pagando un prezzo alto» alla pandemia di Covid-19. «L’isolamento e la rottura con il mondo reale e la società nelle sue più diverse componenti hanno contribuito all’aumento delle dipendenze da sostanze ma, soprattutto, da tecnologia e oggi si stimano almeno 700mila adolescenti dipendenti da web, social e videogiochi. Altri ancora sono vittime di ansia e depressione, anche queste in costante aumento».

Anche nell’analisi di Claudio Mencacci, presidente onorario Sip e direttore emerito del dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, «dopo la pandemia i sintomi depressivi nella popolazione generale sono quintuplicati e oggi si stima che li manifesti circa una persona su tre, tanto che si ipotizzano fino a 150mila casi di depressione maggiore in più rispetto all’atteso, con conseguenze dirette su malattie oncologiche, cardiovascolari e polmonari. A soffrire del maggior disagio mentale – ha aggiunto -, oltre ai giovani, sono le categorie fragili come le donne, gli anziani o i ceti sociali più svantaggiati. Fra i disoccupati, per esempio, il rischio di depressione è triplo».

10 ottobre 2023