Centro storico: villaggio vacanze?
Cambiato il volto del cuore di Roma: i rioni si spopolano, aumentano gli appartamenti adibiti ad affitti brevi. L’assessore Onorato (Turismo): «Senza regole e senz’anima». Coppotelli (Cisl): «Oggettiva speculazione sui costi». 12.172 le strutture extra-alberghiere abusive
Tra i vicoli del centro di Roma è quasi impossibile incrociare due volte lo stesso viso. «In questi decenni ho assistito a un calo totale delle famiglie», racconta padre Davide Carbonaro, che dal 1995 è il parroco di Santa Maria in Campitelli. Lì, nell’omonimo rione della Capitale, i residenti scompaiono anno dopo anno. «Man mano che le famiglie storiche vanno via e gli anziani muoiono, le loro case vengono destinate a ospitare i turisti», spiega il sacerdote. Lo spopolamento dei quartieri centrali delle città d’arte è l’effetto diretto del proliferare di strutture extra-alberghiere. Il Comune di Roma ne ha censite 22.828: ben 4.888 in più rispetto al 2019, quando la pandemia era qualcosa di imprevedibile e il Giubileo un appuntamento ancora molto lontano. L’avvicinarsi dell’Anno Santo, però, è stato il motore che in quattro anni ha spinto del 22% la crescita del settore. Il censimento fatto dall’amministrazione capitolina ha permesso di scovare ben 12.172 strutture abusive sul territorio. È il dato emerso dal confronto degli annunci inseriti sulle varie piattaforme online con gli immobili effettivamente autorizzati a offrire servizi ricettivi.
A farne le spese sono i centri storici delle città. «Sono diventati dei villaggi vacanze senza regole e senza anima», è il commento dell’assessore al Turismo del Comune di Roma Alessandro Onorato. «Sono diminuiti i bambini a catechismo», segnala padre Carbonaro che rivela come, insieme ad altri parroci, si stia valutando l’ipotesi di percorsi di catechesi comuni in una sola parrocchia. «Le famiglie che vanno via non vengono sostituite», aggiunge il sacerdote: «Le persone che arrivano, al massimo ci restano qualche mese. Con loro crei una breve relazione, ma poi devi ricominciare da capo e questo è un gap notevole a livello pastorale».
L’amministrazione capitolina, però, ha le mani legate. A livello nazionale, invece, è in corso un tentativo di regolamentare in modo più stringente l’extraalberghiero. Il disegno di legge del ministro del Turismo Daniela Santanché introduce un limite minimo di soggiorno nelle strutture pari a due notti e sostituisce il codice identificativo regionale con il Cin (Codice identificativo nazionale) per uniformare la disciplina degli affitti brevi in tutte le regioni. Ma la proposta rischia di non risolvere niente, perlomeno a Roma, dove la permanenza media dei turisti è di 2,4 notti. L’unica soluzione, secondo l’assessore al Turismo del Campidoglio, sarebbe quella di riconoscere ai Comuni la possibilità di decidere in quali zone limitare le nuove aperture tutelando i siti Unesco.
È quello che succede già a Venezia. Nel 2022, infatti, alla città lagunare sono stati riconosciuti poteri speciali grazie a un emendamento del decreto Aiuti. A New York, invece, è stata inaugurata una stretta sugli affitti brevi che punta a regolamentare il mercato mettendo un freno all’aumento insostenibile dei prezzi delle case. «C’è una grandissima difficoltà di reperimento degli immobili, ma anche una oggettiva speculazione sui costi», osserva il segretario della Cisl di Roma Enrico Coppotelli che, in vista del Giubileo, vorrebbe avviare un tavolo con il Campidoglio per discutere di come accogliere i lavoratori che si riverseranno nella Capitale. «Le strutture alberghiere oggettivamente non bastano», aggiunge Coppotelli. Non solo quartieri fantasma, ma anche affitti proibitivi. È l’altra faccia della medaglia.
25 settembre 2023