Disastro di Brandizzo, Mattarella: «Morire sul lavoro, oltraggio a convivenza»

Il capo dello Stato, a Torre Pelice per un convegno, ha ricordato le vittime dell’incidente ferroviario. L’appello dell’arcivescovo Repole a politica e imprese

«Morire sul lavoro è un oltraggio ai principi della convivenza». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha affermato intervenendo ieri, 31 agosto, a una manifestazione europeista a Torre Pelice, non lontano da Torino, ricordando le 5 vittime del disastro ferroviario di Brandizzo. Ringraziando il sindaco per aver invitato a un minuto di raccoglimento «per il dolore per la morte dei cinque lavoratori», il capo dello Stato si è soffermato sulla «tutela del lavoro e della sua sicurezza».

Nel Comune piemontese Mattarella ha inaugurato una targa per ricordare la figura di Altiero Spinelli, nel luogo dove tenne il primo comizio europeista il 31 agosto 1943, quindi ha partecipato al convegno dal titolo “Il sogno europeista è nato qui. Una sfida da completare”, al Teatro del Forte, aperto proprio dal minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Brandizzo.

«Profondamente turbato dalla tragedia che ha cancellato 5 vite a Brandizzo, gettando nella disperazione cinque famiglie, gli amici, la popolazione», l’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa  Roberto Repole. «Prego per i famigliari delle vittime, vorrei che sapessero che il vescovo e la Chiesa torinese sono con loro, soffrono con loro in queste ore così dure – ha affermato -. Penso allo strazio dell’uomo che conduceva la locomotiva, una tragedia nella tragedia, e mi domando come sia possibile che incidenti sul lavoro, anche così gravi, continuino a ripetersi in Italia tutti i giorni (450 morti nei primi 6 mesi del 2023) senza che la sicurezza dei cantieri dia prova di miglioramento». Nelle parole del presule, «la dignità dell’uomo e della sua vita viene prima, viene molto prima di ogni necessità materiale o economica. Per questo auspico che la politica e le imprese reagiscano con forza e pongano le condizioni perché non si ripetano tragedie di questo tipo», l’appello conclusivo.

1° settembre 2023