Il Papa: «No alla pastorale della nostalgia e dei rimpianti»

Nel Monastero dos Jerònimos di Lisbona, l’incontro con clero, consacrati, seminaristi e operatori pastorali. «La Chiesa è sinodale, è comunione. Deve esserci spazio per tutti»

Il Monastero dos Jerònimos di Lisbona ha accolto ieri sera, 2 agosto, l’incontro di Papa Francesco con il clero portoghese: vescovi, sacerdoti, diaconi. E con loro, consacrati e consacrate, seminaristi e operatori pastorali. A tutti il pontefice ha affidato una consegna: «Prendere il largo, senza ideologie e senza mondanità spirituale, che genera il clericalismo, non soltanto dei laici ma anche dei sacerdoti». E ancora: «Lasciare la riva delle delusioni e dell’immobilismo, prendere le distanze da quella tristezza dolciastra e da quel cinismo ironico che ci assalgono davanti alle difficoltà».

Indicando la rotta da seguire, il pontefice ha esortato a «passare dal disfattismo alla fede», recuperando la preghiera dell’adorazione, sull’esempio di Madre Teresa, per superare la tentazione di una «pastorale della nostalgia e dei rimpianti. Avete tanti esempi su questa strada», ha aggiunto. Su tutti, «un giovane di Lisbona, san João de Brito, che diversi secoli fa, fra tante difficoltà, partì per l’India e cominciò a parlare e a vestirsi allo stesso modo di chi incontrava pur di annunciare Gesù. Anche noi – è la considerazione di Bergoglio – siamo chiamati a immergere le nostre reti nel tempo che viviamo, a dialogare con tutti, a rendere comprensibile il Vangelo, anche se per farlo possiamo correre il rischio di affrontare qualche tempesta. Quando una persona che ha consacrato la sua vita a Dio si trasforma in funzionario, è molto triste», ha aggiunto a braccio.

La riflessione si è allargata quindi alla complessità della Chiesa, che «è sinodale, è comunione, aiuto reciproco, cammino comune. Sulla barca della Chiesa ci dev’essere spazio per tutti», ha ribadito il Papa, esortando a «portare avanti insieme la pastorale. Tutti i battezzati sono chiamati a salirvi e a gettare le reti, impegnandosi in prima persona nell’annuncio del Vangelo». La Chiesa, ha esortato continuando a braccio, «non sia una dogana in cui si seleziona chi sì e chi no. Non poniamo dogane alla Chiesa. È una grande sfida, specialmente nei contesti in cui i sacerdoti e i consacrati sono affaticati perché, mentre aumentano le esigenze pastorali, sono sempre di meno».

Una situazione, questa, alla quale, secondo Francesco, «possiamo guardare come un’occasione per coinvolgere, con slancio fraterno e sana creatività pastorale, i laici. Se non c’è dialogo, corresponsabilità e partecipazione, la Chiesa invecchia – è il monito del Papa -. Mai un vescovo senza il proprio presbiterio e il popolo di Dio; mai un sacerdote senza i confratelli; e tutti insieme – sacerdoti, religiose, religiosi e fedeli laici – come Chiesa, mai senza gli altri, mai senza il mondo. Senza mondanità, ma non senza il mondo – ha precisato -. Nella Chiesa ci si aiuta, ci si sostiene a vicenda e si è chiamati a diffondere anche fuori un clima di fraternità costruttivo».

In conclusione, ancora una consegna: «Portare l’accoglienza del Vangelo in una società multiculturale; portare la vicinanza del Padre nelle situazioni di precariato e di povertà che crescono, soprattutto tra i giovani; portare l’amore di Cristo dove la famiglia è fragile e le relazioni sono ferite; trasmettere la gioia dello Spirito dove regnano demoralizzazione e fatalismo. Il proselitismo – ha ribadito – non è cristiano».

3 agosto 2023