Il colpo di Stato in Niger

Destituito dalla Guardia presidenziale del generale Tchiani il presidente Bazoum. La presenza militare francese e il ruolo dell’Europa, chiamata a rivedere la sua politica africana

In Niger gatta ci cova. Il colpo di Stato organizzato e attuato dai militari della Guardia presidenziale ha causato la destituzione del presidente Mohamed Bazoum. Si ritiene che la scintilla della rivolta sia stata causata dall’intenzione del presidente Bazoum di destituire il comandante della Guardia presidenziale, il generale Omar Tchiani. Fonti della società civile, sulle quali è doveroso mantenere l’anonimato, ritengono che Tchiani fosse in contatto già da diverso tempo con mercenari russi della Wagner presenti nel vicino Mali. Le stesse fonti riferiscono che sebbene siano state chiuse le frontiere terrestri e indetto un coprifuoco notturno dalle 22 di sera alle 5 del mattino, bloccando peraltro le attività commerciali e istituzionali, alcune colonne di mezzi provenienti dal Mali avrebbero passato la frontiera entrando in territorio nigerino.

È bene ricordare che in Niger vi è una presenza militare francese, quel che resta delle ormai defunte operazioni Barkhane, voluta da Parigi, e Takuba, delle forze speciali europee, dispiegate per contrastare il jihadismo che infesta la regione saheliana. Finora l’Europa ha considerato il Niger un proprio baluardo contro l’estremismo islamico, ma anche come caposaldo per contrastare i flussi migratori dall’Africa Subsahariana verso il Mediterraneo. Per non parlare poi degli interessi legati allo sfruttamento delle commodity presenti nel sottosuolo, uranio in primis. Lungi da ogni retorica, Bruxelles ha l’obbligo di rivedere la sua politica africana, avviando un percorso innovativo che tenga conto della reciprocità degli interessi a partire dal sacrosanto rispetto dei diritti umani. Anche perché andando avanti di questo passo, tra jihadisti, reti mafiose, golpisti e mercenari, non solo nel Sahel ma anche in altre parti dell’Africa potrebbe non esserci più spazio per affermare l’agognato cambiamento.

27 luglio 2023