Cooperante italiano ucciso in Bangladesh, monsignor Gomes (Dacca): «Sconcertati e amareggiati»

Il presule esprime all’Agenzia Fides il dolore della Chiesa e non solo per l’omicidio di Cesare Tavella. «Il governo garantisca la sicurezza di tutti»

«Abbiamo appreso della notizia dell’omicidio del cooperante italiano dalla televisione. Siamo sconcertati e amareggiati». Il vescovo ausiliare di Dacca Theotonius Gomes parla così all’Agenzia Fides dell’omicidio di Cesare Tavella, 50 anni, impegnato in Bangladesh con un’organizzazione non governativa olandese, ucciso presumibilmente da militanti dello Stato islamico mentre faceva jogging.

«Come Chiesa – dichiara il presule – esprimiamo la condanna per il gesto esecrabili e la solidarietà alla famiglia e alla nazione italiana». Condanna per l’omicidio di Tavella, di professione veterinario, che in Bangladesh seguiva progetti di sicurezza alimentare e sviluppo di aree rurali, anche da parte di espondenti del governo e da molti leader della società, in uno stato di «generale apprensione» sulla presenza dell’Is nel Paese. «Sappiamo che è un fenomeno ormai mondiale e che gruppi di militanti locali possono essere influenzati dall’Is – rileva monsignor Gomes -. Auspichiamo un’azione del governo per garantire la sicurezza a tutti i cittadini».

Il presule si unisce alla preocucpazione di tutti «per la crescita della violenza militante e del fondamentalismo nel Paese» e rinnova l’appello al governo «perché la situazione non vada fuori controllo». Di recente, riferisce, sono stati colpiti dai miliziani dello Stato islamico anche dei blogger laici, dunque «tutte le persone con la mente aperta nella società  civile sono potenziali vittime di omicidi extragiudiziali». I cattolici però «continuano a vivere con fede una vita pacifica, all’insegna del dialogo e delle opere di carità. La nostra vita – conclude – è nelle mani di Dio».

29 settembre 2015