Flavia Franzoni, «esempio silenzioso ed eloquente di vita e di fede»

La nota dell’arcivescovo di Bologna Zuppi per la morte della moglie di Romano Prodi. Don Ciotti (Libera): «Una mente acuta, preziosa collaboratrice di tanti progetti»

È morta all’improvviso ieri, 13 giugno, Flavia Franzoni Prodi. Aveva 76 anni. Per anni docente alla facoltà di Scienze Politiche di Bologna, nel 2005 aveva scritto a quattro mani un libro con il marito dal titolo “Insieme”. Da tempo malata di cuore, stava facendo insieme al marito la camminata da Perugia ad Assisi, su un sentiero francescano, ed è stata colta da malore improvviso. Numerosi e vani i tentativi di rianimarla. A Roma per impegni Cei, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi ha espresso a nome della Chiesa di Bologna vicinanza nella preghiera, cordoglio e partecipazione al dolore del marito Romano Prodi, dei figli e di tutta la famiglia.

«L’arcidiocesi di Bologna e il suo arcivescovo, cardinale Matteo Zuppi – affermano i vicari generali Stefano Ottani e Giovanni Silvagni – affidano a Dio, Padre della vita e della misericordia, Flavia Franzoni Prodi, morta improvvisamente, ricordando il suo grande impegno sociale e accademico. Non si possono dimenticare Flavia e Romano sempre insieme, nelle occasioni ufficiali e nella fedele partecipazione alla vita ecclesiale, anzitutto nella loro parrocchia di San Giovanni in Monte e nelle varie celebrazioni diocesane, offrendo un esempio silenzioso ed eloquente di vita e di fede – aggiungono -. La comunità diocesana si stringe al marito Romano, ai figli e a tutti i familiari nel dolore e nella speranza cristiana, con serena fiducia nella potenza della Pasqua del Signore Gesù, sorgente di risurrezione e di pace».

Anche il presidente di Libera e del Gruppo Abele don Luigi Ciotti ricorda la sua decennale amicizia con Flavia Franzoni e Romano Prodi, fin dagli anni ’80. «Dal primo momento li ho sempre percepiti non come una semplice coppia ma come una comunione di affetti e di idee che, nel farsi progetto di vita, non ha mai disgiunto la cura per la famiglia, l’attenzione per i figli e poi per i nipoti, da quella per la più vasta comunità sociale, affinché a ogni essere umano fosse riconosciuto nella sua dignità e nei suoi diritti e, nel segno di una libertà responsabile, potesse contribuire al bene comune».

Il sacerdote evidenzia anche che «Romano non ha mai nascosto il suo “debito” nei riguardi di Flavia sottolineando quanto il confronto con lei sia stato determinante nell’indirizzare e sostenere il suo impegno pubblico e politico. Per parte sua – aggiunge -, Flavia, con la riservatezza e l’umiltà delle persone davvero grandi, ha sempre preferito stare un po’ in disparte, mettendo il suo sapere e le sue competenze anche al servizio del progetto umano e sociale di Romano. Ma che lei fosse una mente acuta e una persona di straordinaria sensibilità posso, anzi sento il dovere di testimoniarlo con forza, in questo momento di dolore. Flavia – afferma ancora don Ciotti – è stata una preziosa collaboratrice di tanti progetti del Gruppo Abele e poi di Libera, mai ci ha fatto mancare la sua attenzione, le sue intuizioni, il suo impegno». Quindi conclude assicurando la vicinanza fraterna a Romano e ai figli Giorgio e Antonio, «in questo momento che so durissimo e che apre in me un vuoto difficilmente colmabile. Grazie, Flavia, per la tua umanità, per la tua cultura, per la tua infinita generosità».

14 giugno 2023