I cristiani nella Siria ferita dalla guerra

L’incontro promosso dal Gruppo Nuovi Martiri e la Messa col vescovo Lamba. La storia di Michael, Antony e Sarkis, uccisi per aver rifiutato di convertirsi all’islam

In Siria i cristiani, oltre a subire le ripercussioni di una guerra che si protrae da 12 anni e le conseguenze del devastante terremoto del 6 febbraio scorso, patiscono le persecuzioni per la loro fede. Non di rado il martirio. Destino che il 7 settembre 2013 ha accomunato tre giovani uomini, Michael Taalab, Antony Taalab e suo cugino Sarkis Zakhem. Sono stati uccisi a Ma’aloula, roccaforte cristiana della Siria a 60 chilometri da Damasco e vicina al confine con il Libano, per aver rifiutato di convertirsi all’Islam. Di loro e della situazione in Siria si è parlato ieri sera, 15 maggio, durante un incontro svoltosi nella parrocchia Gesù di Nazareth, al Collatino. “Ma’alula, luogo di incontro e di scontro nella Siria ferita dalla guerra” il tema della serata, organizzata, con il sostegno dell’Ufficio per la cooperazione missionaria del Vicariato, dal Gruppo Nuovi Martiri, costituito dalle associazioni Archè, Finestra per il Medio Oriente, dalla Comunità missionaria di Villareggia e dalla parrocchia Sant’Innocenzo I Papa e San Guido vescovo.

Michael, Antony e Sarkis erano «tre ragazzi che non hanno rinnegato la loro fede nonostante le minacce dei terroristi – ha detto Corrado Raiss, del Gruppo Nuovi Martiri -. Non hanno fatto un passo indietro anche se avevano le armi puntate contro. Hanno barattato la loro vita terrena con quella eterna». Davanti agli assalitori armati che avevano fatto irruzione nella loro casa, è stato ricordato durante la serata, Michael affermò: «Sono cristiano, vivrò e morirò da cristiano». Un ribelle gli sparò alla gola e lo uccise.

L’incontro è stato organizzato in occasione del 35° anniversario della dedicazione della chiesa di Gesù di Nazareth, voluta da don Andrea Santoro, il sacerdote fidei donum assassinato il 5 febbraio 2006 a Trebisonda, in Turchia. «Un momento per ricordare l’impegno ecumenico di don Andrea – ha detto il parroco, don Giuseppe Russo -. Vogliamo essere quelle pietre vive che testimoniano ogni giorno la vita in Cristo senza mai dimenticare i nostri fratelli perseguitati». L’incontro è stato preceduto dalla celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Riccardo Lamba, delegato per la Chiesa ospitale e in uscita. Parlando del martirio, ha sottolineato che questo non è circoscritto ai primi secoli di storia della Chiesa. «Il martirio continua – ha detto -. Anche nei martiri dei giorni nostri lo Spirito Santo continua a confermare la fiducia in Dio, continua a confermare la vita a questi discepoli come ha promesso Gesù».

Riccardo Cristiano, vaticanista ed esperto di Medio Oriente, ha ripercorso la storia della Siria fino a giungere alla guerra scoppiata nel 2011. «Fa comodo a tutti pensare che si tratti di una guerra di religione – ha affermato -. Ma non è così. È la storia di una rivoluzione contadina non armata e non religiosamente ispirata. Una guerra esplosa durante una grave siccità che di fatto ha distrutto la sopravvivenza delle aree rurali accentuando il divario tra l’élite e i contadini. In questo contesto i cristiani rischiano di diventare un elemento per le propagande». Per il giornalista, la via per la pace è racchiusa nel documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” firmato da Papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi. In esso c’è il «pieno riconoscimento della pari cittadinanza. Non c’è un’altra strada. I continui tentativi per cercare di trovare accordi e intese sono destinati al fallimento. Bisogna credere nella popolazione, nel bisogno dei giovani e delle donne del cambiamento».

16 maggio 2023