Le famiglie al Divino Amore, per “raccontare” la bellezza della Chiesa

La Giornata diocesana è tornata al santuario di Castel di Leva. Il vescovo Gervasi: «La vita della famiglia manifesta la ricchezza di ciò che Dio ha pensato per noi». Don Ciucci (Pontificia Accademia per la vita): «Il Covid ha insegnato che la famiglia non è affatto in crisi»

C’è voglia di incontrarsi. Di essere una famiglia di famiglie con la Chiesa. Di confrontarsi, sostenersi, consigliarsi. Ed è ciò che è accaduto ieri, domenica 7 maggio, nella Giornata diocesana delle famiglie svoltasi al santuario del Divino Amore su iniziativa dell’Ufficio per la pastorale familiare del Vicariato. “Famiglia vs Chiesa e viceversa”, il tema della Giornata, che ha visto a Castel di Leva più di cento nuclei provenienti da varie parrocchie romane. C’erano giovani coppie con figli di pochi mesi nel passeggino, mamme e papà con bambini piccoli o adolescenti. L’incontro si è aperto con la Messa presieduta dal vescovo Dario Gervasi, delegato per la pastorale familiare. Complice la bella giornata di sole, la celebrazione si è svolta all’aperto, alla Grotta di Lourdes. «La vita della famiglia manifesta la bellezza e la ricchezza di ciò che Dio ha pensato per noi – ha detto il presule nell’omelia -. È la Chiesa stessa che è famiglia ed è importante darle questo tono familiare». Nel quotidiano non mancano le difficoltà ma oggi di famiglia «si sente sempre parlare in termini di problemi», ha proseguito Gervasi il quale, utilizzando le parole rivolte da Gesù ai suoi, ha incoraggiato le famiglie. «Non temete – ha affermato -. Voi siete quelle pietre forti, a volte pietre d’inciampo, perché andate contro corrente, che costruiscono questa meravigliosa famiglia che è la casa del Padre». Dopo lo stop imposto dalla pandemia e il X Incontro mondiale delle famiglie svoltosi lo scorso anno a Roma, quella di ieri è stata la prima occasione per tornare a riunirsi e il desiderio dell’Ufficio diocesano è quello «di rilanciare un cammino condiviso con la famiglia», ha dichiarato ancora il vescovo.

Con il trascorrere degli anni la famiglia è stata intesa o «come destinataria dell’azione della Chiesa, come dei clienti, talvolta malati», oppure relegata alla «categoria dei collaboratori». Concetti che bisogna superare, ha spiegato don Andrea Ciucci, coordinatore di segreteria della sede centrale della Pontificia Accademia per la vita e segretario della Fondazione vaticana RenAIssance per l’etica dell’intelligenza artificiale. Intervenuto alla tavola rotonda svoltasi al termine della celebrazione eucaristica, il sacerdote ha rimarcato che quando si parla del rapporto tra famiglia e Chiesa si pensa a «un’iterazione istituzionale». Le famiglie, invece, «sono parte della Chiesa – ha detto -, anzi dal punto di vista numerico sono la quasi totalità di una comunità cristiana». Troppo spesso si afferma che «la famiglia è in crisi – ha proseguito – ma il Covid ha insegnato che non lo è affatto». In pochi giorni si è stati capaci di organizzare il lavoro, la scuola, la gestione della quotidianità, restando chiusi in casa. «Ci sono state famiglie che hanno custodito altre famiglie, gli anziani, i malati – ha aggiunto -. Nel momento in cui sono state chiuse le attività comunitarie, il Regno di Dio è apparso visibile, forte e potente nella vita quotidiana fuori dai cancelli parrocchiali».

La parola è poi passata a Livio, docente in un istituto alberghiero, e alla moglie Valentina, consulente familiare. Sposati da vent’anni, la loro storia è ricca di sei affidi familiari, tre adozioni e Valentina è ora in attesa di un bimbo che nascerà in autunno. «La chiesa ci è sempre stata accanto passo dopo passo», hanno detto. Livio ha raccontato di come l’affidarsi al Signore gli ha cambiato la vita. Da «eterno Peter Pan», durante la Gmg del 2000 ha detto a Gesù di fare di lui ciò che voleva. Due mesi dopo, l’incontro con Valentina, il fidanzamento, il matrimonio e la scoperta di non poter avere figli. «Ci siamo chiesti dove portasse il nostro matrimonio ma siamo “rimasti in ascolto” del Signore – ha raccontato -. Dopo soli venti minuti ci hanno telefonato per chiederci se fossimo disponibili ad accogliere tre bambini in affido. Ci sono state, ci sono e ci saranno tante difficoltà ma mi sento più bello ora, a 55 anni, di quando ne avevo 20». L’accoglienza ricevuta in Chiesa è stata «fondamentale per aprirci a nostra volta all’amore – ha aggiunto Valentina -. È parte integrante della nostra vita personale, di coppia e di genitori». All’incontro, moderato da Emma Ciccarelli, del direttivo del Forum delle associazioni familiari, e dal marito Pier Marco Trulli, ha partecipato anche don Dario Criscuoli, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare.

Durante la giornata non è mancata l’animazione per i bambini. I più piccoli sono stati impegnati in attività ludiche organizzate dagli educatori di Animatema di Famiglia (metodo di animazione con la famiglia, nato anni fa nel corso di alcuni convegni dell’Ufficio nazionale Cei del settore). Gli adolescenti hanno invece avuto un incontro con l’equipe della pastorale giovanile della diocesi.

8 maggio 2023