Speranze di tregua in Sudan, ma il Darfur continua a bruciare

Timori a seguito della sottrazione delle armi dai depositi della polizia a El Geneina. Vincolata alla tenuta del cessate il fuoco la ripresa delle attività del Wfp

Crescono i timori per le comunità del Darfur, nel Sudan occidentale al confine con il Ciad, anche a seguito della sottrazione di migliaia di armi da depositi della polizia nella città di El Geneina. La notizia è stata diffusa dopo l’annuncio di un accordo per una tregua di sette giorni tra le parti in lotta, l’esercito che fa capo al generale Abdel Fattah Al-Burhan e le Forze di supporto rapido del generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti.

Il cessate il fuoco dovrebbe entrare in vigore oggi, 4 maggio, a cominciare dalla capitale Khartoum, ma resta da capire se e come sarà rispettato, visti i precedenti tentativi segnati comunque da violazioni diffuse. Secondo il quotidiano online Sudan Tribune, il rischio di un conflitto diffuso in Darfur è stato evidenziato da almeno un dirigente di alto livello in servizio nella parte occidentale della regione, quella più prossima al confine con il Ciad.

Già nei giorni scorsi El Geneina è stata ostaggio di combattimenti. Secondo la testata locale Radio Dabanga, in città a perdere la vita a causa degli scontri sono state almeno 230 persone, mentre i feriti sono stati 350. «Sono in corso attacchi da forze di base nel quadrante sud-occidentale della città», ha detto all’emittente Abdelmonim Adam, avvocato e attivista del posto. «Il sistema sanitario è al collasso e mancano sia l’elettricità che l’acqua potabile».

La tesi delle fonti del Sudan Tribune è che la sottrazione delle armi possa aggravare lo scontro tra milizie arabe alleate delle Forze di supporto rapido e unità legate invece alle comunità nere dei masalit. Il pregresso è un conflitto che in Darfur, a partire dal 2003, causò secondo alcune stime 300mila morti e costrinse oltre due milioni di persone a lasciare le loro case.

Prospettive e difficoltà della tregua sono state al centro delle dichiarazioni di Leni Kinzli, portavoce del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp). Il responsabile ha detto che l’organizzazione è pronta a riprendere la distribuzione di cibo dopo lo stop imposto dal diffondersi dei combattimenti. Kinzli ha però vincolato le attività del Pam alla tenuta del cessate il fuoco e ha sottolineato le conseguenze del saccheggio dei magazzini del Darfur occidentale dove erano custoditi gli aiuti: in pochi giorni sarebbero state sottratte migliaia di tonnellate di razioni.

4 maggio 2023