Sudan: libero Harun, accusato di crimini contro l’umanità nel Darfur

L’ex capo delle milizie dei “janjaweed” (i cosiddetti “diavoli a cavallo”) ha riferito a una tv locale di essere uscito dalla prigione di Khartoum, dove era detenuto dal 2019

Diffusa ieri, 26 aprile, da una tv locale la dichiarazione di Ahmad Harun, l’ex capo delle milizie dei “janjaweed” (i “diavoli a cavallo”), che riferiva di aver lasciato la prigione di Khartoum Nord, dove era detenuto dal 2019. Accusato dalla Corte penale internazionale (Cpi) di crimini contro l’umanità nella regione sudanese del Darfur, era stato incriminato proprio in qualità di fondatore e comandante della milizia responsabile di violenze e uccisioni  nei villaggi delle comunità del Darfur, durante il conflitto iniziato nella regione nel 2003.

La notizia di un’evasione dal carcere di massima sicurezza di Kober, in una delle città gemelle della capitale del Sudan, era stata diffusa nei giorni scorsi, dopo l’inizio dei combattimenti tra l’esercito e i paramilitari delle Forze di intervento rapido (Rsf). All’inizio i media hanno esitato pensando ad una delle molte fake news che circolano in questi giorni sul conflitto in Sudan ma le conferme sono arrivate presto, e numerose, documentate anche dai social. Tra queste, anche la dichiarazione di Harun.

Le due parti schierate negli scontri di questi giorni si rimpallano la responsabilità dell’assalto al carcere – anche se diverse testimonianze sembrano puntare il dito contro i paramilitari delle Rsf -, ma si tratta in ogni caso di un episodio dalla valenza politica particolarmente significativa. Nella prigione liberata infatti era detenuto, insieme ad Harun, anche l’ex presidente sudanese Omar El-Bashir, 79 anni, deposto nell’aprile del 2019 da una mobilitazione popolare di fatto tradita da un colpo di Stato orchestrato dall’attuale presidente, il generale al-Burhan, capo dell’esercito (SafF), e dall’attuale vicepresidente, generale Mohamed Hamdan Dagalo, conosciuto con il soprannome di Hemetti, comandante e dei paramilitari delle Rsf. I due protagonisti degli scontri che stanno devastando il Paese.

Anche sull’ex presidente pende la condanna della Corte penale internazionale per i crimini in Darfur: 10 i capi di accusa contro di lui; 40 quelli contro Ahmad Aroun. Rinchiusi con loro a Kober anche altri esponenti di punta del regime di El-Bashir. Il Consiglio sovrano del Sudan – presieduto dal generale al-Burhan – aveva sempre resistito alle richieste perché l’ex presidente e i suoi coimputati fossero processati dal tribunale internazionale, dicendo che sarebbero stati portati davanti ad una Corte sudanese. Ma non è mai successo. Al momento, non è chiaro dove si trovi El-Bashir. Secondo alcune fonti, sarebbe stato trasferito in un ospedale militare sotto stretta sorveglianza alcuni giorni prima del 15 aprile scorso, quando sono iniziati i combattimenti, insieme ad Haroun.

27 aprile 2023