Salute e sicurezza sul lavoro: «La politica ascolti il grido d’allarme dell’Inail»

L’appello del presidente del Patronato Acli Ricotti alla vigilia della Giornata mondiale. Nel 2022 registrate 697.773 denunce di infortunio: + 25,67% rispetto al 2021

A 20 anni dalla prima Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, istituita il 28 aprile 2003 dall’Organizzazione internazionale del lavoro, il presidente nazionale del Patronato Acli Paolo Ricotti punta i riflettori sui dati Inail relativi al 2022: 697.773 le denunce di infortunio, vale a dire il 25,67% in più rispetto al 2021; protocollate anche 60.774 malattie professionali: il 9,92% in più rispetto al 2021, quando erano 55.288. «Perché si possa incidere efficacemente nella diffusione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, partendo anche dalla scuola, sono necessari momenti informativi e formativi dei lavoratori, costanti nel tempo», commenta alla vigilia della Giornata 2023.

Fondamentale per creare una nuova cultura della prevenzione anche «accompagnare le aziende in un percorso virtuoso anche con incentivi economici, in particolar modo verso quelle imprese che investono in sicurezza – aggiunge Ricotti -.  L’investimento nel processo di sicurezza significa anche maggiore produttività aziendale, mentre il fenomeno degli infortuni e delle malattie sul lavoro sono un costo diretto e indiretto per tutta la società e di ostacolo alla crescita del pil». Ancora, un’altra necessità, nell’analisi del presidente del Patronato Acli, è quella di adeguare l’Inail alle esigenze del Paese, affinché ci siano opportunità per le imprese e ulteriori tutele ai lavoratori. «Le linee programmatiche di mandato 2022-2026, presentate dal Comitato di indirizzo e vigilanza Civ dell’Inail lo scorso 14 aprile – spiega -, indicano come prioritari due aspetti: l’individuazione di ulteriore personale medico e amministrativo da assumere e la possibilità di investire parte delle risorse economiche di bilancio, al momento vincolate per legge, nella gestione ordinaria dell’Istituto per la prevenzione, la formazione e comunque a supporto alle aziende. In molte sedi Inail è presente un solo medico – rileva -, a fronte di competenze che nel tempo si sono ampliate, come nel caso del reinserimento lavorativo per i disabili da lavoro».

Di qui l’appello: «La politica deve ascoltare il grido di allarme di tutti i livelli apicali dell’Inail, oppure saremo nuovamente costretti ad indignarci per l’ennesima morte sul lavoro, aspettando che le cose si sistemino da sole. Speriamo che già nel prossimo decreto lavoro, si possa vedere un primo passo tangibile in tal senso», conclude Ricotti.

27 aprile 2023