Maggio 2000, gli 80 anni di Giovanni Paolo II

Un “ritratto” di Papa Wojtyla a partire da due immagini, da Wadowice all’attentato

Nella prima, scattata da un giovane fotografo dell’ANSA con una lente telescopica e un apparecchio a massima definizione a Wadowice il 16 giugno 1999, nel primo mese del suo ottantesimo anno, il viso del Papa è ripreso a colori, in primissimo piano. Quel viso, (segnato da un piccolo cerotto sopra la tempia destra: un segno di sofferenza non gli manca mai!) sorride con un’espressione di beatitudine inenarrabile. Il Papa è a casa, nel paese della sua nascita e dei suoi primi 18 anni. Il Papa è felice. Gli occhi stretti nel sorriso guardando la sua gente, raccolta attorno a lui, a fargli festa. Quella piccola città che fu testimone dei suoi precoci dolori e delle sue grandi gioie infantili, che lo vide, adolescente, affrontare la scuola superiore, lo sport, il teatro, la condivisione, che vide nascere e rafforzarsi la sua devozione, l’ha evidentemente segnato in profondità. L’uomo, che è ormai romano a tutti gli effetti, è rimasto dentro il ragazzo di Wadowice, aperto alle cose e sulle persone, così sensibile e recettivo, da essere pronto di lì a qualche anno, a Cracovia, a rispondere alla “chiamata” che, a tappe rapide, lo ha portato dove tutti sanno.

Da questa fotografia a risalire indietro il passo è breve. Vi si intravede un uomo impastato di storia, di Polonia e di Chiesa come nessun altro. E ci spieghiamo. La sua personale biografia si può anche definire una testimonianza e un atto d’amore verso la Chiesa, che è la vera protagonista della sua storia vicenda umana. La sua storia acquisita ha senso solo se inserita nella Chiesa della sua terra, in cui è ambientata per i primi 58 anni, e nei suoi rappresentanti, che lo hanno accompagnato nella formazione e nella crescita. Senza la fede di quella Chiesa e di coloro che non la loro testimonianza l’hanno seminata e nutrita nella sua anima, la sua stessa biografia non si spiega. I genitori, soprattutto il padre Karol, e i sacerdoti a Wadowice, il laico Jan Leopold Tyranowki e il Vescovo Adam Sapieha a Cracovia, l’eroico Primate Wyszynski e l’intero popolo polacco, dalla resistenza indomita, che seppe preservare la fede sotto un regime ateo e tirannico, sono alcune indicazioni del terreno che dà ragione della crescita e fioritura di questo albero singolare. Il quale, catapultato a 58 anni al posto di Pietro, ha fatto della sua storia personale quella della Chiesa universale di fine secolo.

Nella seconda fotografia, quella notissima che lo ritrae sulla jeep subito dopo l’attentato, scattata dagli uomini de L’Osservatore, il Papa è visibilmente ferito. è attorniato da volti intensi e angosciati. Della devastazione interna si saprà dopo, ma lui la sente, e tuttavia conserva in viso, forse per un attimo, un’espressione tra la sorpresa e la serenità che stupisce. D’improvviso l’uomo, conosciuto soprattutto per altre doti, manifesta un’eccezionale consapevolezza della croce come viatico normale della vita cristiana, segno che lo accompagnerà visibilmente per tutti gli anni a vivere. C’è una profondità in lui che ha radici lontane, di una santità e di uno spessore unici. è questo l’uomo che Cristo e sua Madre hanno scelto come capo della Chiesa nel nostro tempo. I suoi 80 anni sono una tappa. Auguri! (di Virgilio Levi)

21 maggio 2000