Partito da Roma il primo censimento italiano dei senza dimora
Nella “Notte della solidarietà”, al via dall’Esquilino l’indagine qualitativa che si allargherà a tutta la città, fino a dicembre, condotta con Istat. Dal 2024 la replica nelle principali città del Paese
Quando a Roma si fa notte, la città cambia volto. Chi passa dalla stazione Termini lo sa bene. Lì nei dintorni sono decine le persone senza dimora che cercano un riparo per dormine. Ma non è certo l’unica zona della Capitale in cui alberga l’esclusione abitativa. «Qui rubano le coperte», dice un uomo originario del Pakistan. Ha 32 anni, l’ultimo dei quali trascorso a Roma. Durante il giorno va in giro in cerca di lavoretti. La sera, invece, si accampa nei pressi di piazza Vittorio Emanuele. Il suo letto è di cartone, perché – racconta – non riesce a trovare posto nei dormitori. Dice di averci provato, ma i circa 1.200 posti letto disponibili in città (esclusi i 172 riservati a madri con figli) non sono sufficienti per tutte le persone che ne hanno bisogno.
Quantificarle con esattezza è sempre stato un problema, così come conoscerne davvero le condizioni di vita. Almeno fino alla “Notte della solidarietà” del 31 marzo, quando a Roma è partito il primo censimento italiano della popolazione senza dimora: un’indagine qualitativa per conoscere le dimensioni numeriche del fenomeno, ma soprattutto per comprendere le condizioni e i bisogni di chi vive in strada. «Con questo strumento avremo più dati e anche più domande da porci per aggiornare i nostri servizi», spiega l’assessore alle Politiche sociali Barbara Funari in occasione della prima tappa del censimento condotto insieme all’Istituto nazionale di statistica (Istat). «È un’indagine innovativa dal punto di vista metodologico», commenta la direttrice Istat per le Politiche sociali e il Welfare Cristina Freguja. L’approccio adottato, infatti, mira a contare le persone senza dimora in una sola notte partendo dalle strade e dalle piazze del rione Esquilino.
Lì 200 volontari, provenienti dal mondo associativo e dall’Università di Tor Vergata, hanno presidiato le 24 aree in cui il quartiere è stato suddiviso per condurre l’indagine. Pettorina addosso e questionario tra le mani, per annotare le risposte di ogni persona incontrata. Le informazioni raccolte saranno rese note a maggio, ma il censimento andrà avanti fino alla fine dell’anno. «Raggiungeremo anche i quartieri più periferici», anticipa l’assessore Funari. Quello di Roma è un banco di prova importante per testare la metodologia dell’indagine che l’Istat vorrebbe replicare, a partire dal 2024 e ogni tre anni, in tutte le principali città italiane, come ormai da tempo si fa in alcune Capitali europee tra cui Berlino e Parigi.
«Senza le statistiche non si possono immaginare le politiche da mettere in campo», osserva un giovane volontario francese. È uno studente in Erasmus a Roma con un’esperienza lavorativa nel municipio di Parigi. Lì la “Notte della solidarietà” si tiene da sei anni e a gennaio 2023 ha registrato un incremento di persone senza dimora rispetto all’anno precedente, contandone più di 3mila. «Parigi è piccola rispetto a Roma – spiega -. È stato fatto tutto in una notte». In Italia fare previsioni non è possibile, neanche ricorrendo alle rilevazioni condotte dall’Istat in questi anni. «Nel 2011 e nel 2014 abbiamo fatto un’indagine basandoci sugli utenti dei servizi rivolti ai senza dimora», spiega Freguja. Nel 2022, invece, sono state prese in considerazione solo le persone prive di residenza e quindi iscritte agli indirizzi fittizi istituiti dai Comuni per rendere accessibili una serie di servizi. Il risultato: circa 96mila persone senza dimora in Italia, di cui ben 22mila a Roma.
Il dato però non si basa sulla classificazione Ethos, cioè sulle indicazioni europee che definiscono le condizioni della grave esclusione abitativa. Per questo, i numeri del 2022 «certificano un problema di residenza – dice l’assessore Funari -, ma non corrispondono necessariamente al numero di persone senza dimora». Il censimento avviato a Roma dovrebbe chiarire tutto questo, coinvolgendo nell’indagine anche tutte quelle persone (come gli stranieri irregolari) assenti dai registri anagrafici comunali, ma presenti per le strade delle nostre città.
3 aprile 2023