Parlamento europeo: nuove regole per i controlli alle frontiere

Il voto della commissione Affari interni, passo avanti verso un nuovo Patto migrazione e asilo. La presidente Metsola: «Mandato forte per negoziati con il Consiglio»

La notizia arriva direttamente dal Parlamento europeo con una nota: la commissione per gli Affari interni e le libertà civili (Libe) ha adottato ieri, 28 marzo, la sua posizione sulle nuove regole per i controlli alle frontiere dell’Ue e sull’accesso alle informazioni sulle condanne penali dei cittadini extracomunitari. Un passo in avanti per l’iter verso un nuovo Patto Ue per la migrazione e l’asilo. La posizione, informano, è stata adottata con 41 voti favorevoli, 17 contrari e 7 astensioni.

Gli eurodeputati di Libe hanno anche aggiornato il mandato negoziale sulle procedure di asilo, con 38 voti favorevoli, 21 contrari e 6 astensioni. La procedura di screening non dovrebbe durare più di cinque giorni, ma potrebbe essere estesa a dieci e comprenderebbe «l’identificazione, le impronte digitali, i controlli di sicurezza, la valutazione preliminare della salute e della vulnerabilità, la relazione finale». La proposta sulle procedure di asilo, invece, «renderebbe più rapide e semplici le richieste di asilo direttamente dopo lo screening», anche per le nazionalità con bassi tassi di riconoscimento. Dovrebbero essere completate in 12 settimane, compresi i ricorsi. «Durante la valutazione di una domanda o le procedure di rimpatrio, il richiedente deve essere ospitato dagli Stati Ue e può essere detenuto», è la precisazione. Tuttavia, si deve dar priorità «alle alternative alla detenzione e a misure meno severe». Ancora, gli Stati Ue «devono istituire meccanismi di monitoraggio indipendenti per garantire il rispetto delle norme Ue e internazionali alle frontiere, non rimpatriare le persone in Paesi in cui rischiano persecuzioni, maltrattamenti o torture».

La commissione ha adottato anche una bozza di relazione che introduce modifiche alla direttiva del 2003 sul permesso di soggiorno di lungo periodo nell’Ue, approvata con 36 voti favorevoli, 13 contrari e 16 astensioni. Le norme aggiornate permetterebbero ai cittadini di Paesi terzi di «integrarsi e trasferirsi più facilmente in un altro Paese Ue per motivi di lavoro o di studio senza ulteriori requisiti». Nelle intenzioni degli eurodeputati c’è quella di «ridurre a tre anni, invece dei cinque proposti, il periodo di residenza in uno Stato Ue per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo, includendo la residenza in diversi Paesi Ue, il tempo di protezione temporanea, il lavoro stagionale, i periodi di studio o di formazione professionale». La decisione sulla domanda dovrebbe avvenire entro 60 giorni. Gli eurodeputati sono favorevoli a «concedere automaticamente il permesso ai figli a carico, indipendentemente dal luogo di nascita e a condizioni favorevoli per i familiari». Gli Stati membri da parte loro possono richiedere che «una persona parli una lingua fino al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per le competenze linguistiche ma devono fornire corsi di lingua gratuiti».

Con questi voti, commenta sui social la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, «il Parlamento europeo ha completato tutti i fascicoli del Patto di migrazione e asilo. Ora – prosegue –  disponiamo di un mandato forte con cui avviare i negoziati con il Consiglio e raggiungere un risultato entro il prossimo anno: non si deve più perdere tempo».

29 marzo 2023