Turchia e Siria: promessi dalla comunità internazionale 7 miliardi di euro

L’appello di Save the Children: i fondi raggiungano al più presto le organizzazioni in prima linea e si proceda alla ricostruzione di scuole, ospedali e case sicure

Giudicato con soddisfazione da Save the Children l’impegno della comunità internazionale per la Turchia e la Siria, devastate dal terremoto di febbraio: 7 miliardi di euro. «Ma la strada da percorrere è ancora lunga, per garantire la ripresa necessaria per i bambini e le loro famiglie». In entrambi i Paesi infatti «le esigenze immediate e di ripresa comportano rischi incalcolabili per i bambini, se venissero trascurate», osservano dall’organizzazione.

In Turchia, ricordano, oltre 15 milioni di persone sono state colpite direttamente e 2,7 milioni sono ancora sfollate, mentre la ricostruzione delle centinaia di migliaia di case distrutte o danneggiate richiederà anni. In Siria, dove 12 anni di conflitto avevano già reso 15 milioni di persone, in buona parte bambini, dipendenti dagli aiuti umanitari, il terremoto ha aggravato l’emergenza nel nord del Paese. Qui, le condizioni precarie della popolazione sfollata sono ulteriormente peggiorate per le piogge torrenziali e inondazioni che pochi giorni fa hanno colpito più di 4mila famiglie, distruggendo o danneggiando centinaia di tende, loro unico riparo, lasciando i bambini nel terrore di dormire durante la notte.

«La situazione in Siria era già incredibilmente disastrosa anche prima dei terremoti – rileva Rasha Muhrez, direttore della Risposta umanitaria di Save the Children nel Paese -, con i bambini che, dopo oltre 12 anni di guerra, non dispongono di acqua sufficiente, cibo, assistenza sanitaria, servizi educativi e, sempre più spesso, perdono la speranza. Per troppo tempo i bisogni dei bambini siriani sono stati trascurati – aggiunge -. Non sarebbe dovuto servire un terremoto per riorientare la comunità internazionale, ma ora è giunto il momento di cambiare approccio». E offre un’indicazione di rotta: «Dobbiamo utilizzare questi fondi per ripristinare le scuole e gli ospedali, e garantire che i bambini abbiano case sicure. La conferenza dei donatori è stata un’opportunità per impegnarsi con un approccio sostenibile e a lungo termine che risponda alle esigenze umanitarie dei bambini in Siria e iniziare così il lungo processo di recupero che consenta loro di costruire una vita migliore. È chiaro che dobbiamo fare molto di più per garantire questo risultato».

Con l’impegno assunto nella conferenza dei donatori, riunita il 20 marzo a Bruxelles, «la comunità internazionale deve garantire che i bambini ricevano il sostegno di cui hanno bisogno nell’immediato e nel lungo periodo – si legge nella nota diffusa da Save the Children -. È fondamentale che i bambini vengano ascoltati per comprendere meglio le loro esigenze specifiche e garantire una protezione adeguata. Inoltre, è essenziale che i fondi vengano convogliati alle organizzazioni siriane e turche, che finora sono state in prima linea nella risposta». Per il direttore dell’organizzazione in Turchia Sasha Ekanayake, «con 7 miliardi di euro promessi sia per la risposta umanitaria che per la ricostruzione a lungo termine, il lavoro inizia ora. Oltre 200mila edifici, tra cui case, scuole e ospedali, sono stati distrutti o danneggiati in tutta la Turchia.  I bambini sono stati strappati dalle loro case e la loro sicurezza è stata distrutta. Gli impegni di finanziamento e la solidarietà espressa danno speranza ai milioni di bambini e alle loro famiglie che in tutta la Turchia stanno cercando di rimettere insieme i pezzi della loro vita. È ora fondamentale – conclude – che questo sostegno internazionale arrivi il più direttamente possibile alle organizzazioni in prima linea, in modo che possa raggiungere senza indugio i bambini più vulnerabili e le loro famiglie».

22 marzo 2023