Mattarella: «Un’illusione mettere lo sviluppo economico prima dell’ambiente»

Il presidente della Repubblica intervenuto all’Università di Nairobi sul cambiamento climatico. «È il momento dell’unità, non di divisioni fra Nord e Sud, Est e Ovest»

«Non ci si può cullare nell’illusione di perseguire prima obiettivi di sviluppo economico per poi affrontare in un secondo momento le problematiche ambientali. Non avremo un “secondo tempo”». È il monito lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento di questa mattina, 16 marzo, all’Università di Nairobi, nel corso della sua visita di Stato in Kenya, dedicato al tema “Il cambiamento climatico: una sfida comune per Africa ed Europa”. «Se vogliamo lasciare alle future generazioni, a voi che mi state ascoltando oggi, un pianeta dove l’umanità possa vivere e prosperare in pace, dovremo compiere, tutti assieme, progressi decisivi nella transizione verso un’economia decarbonizzata», ha proseguito il capo dello Stato, sottolineando che «gli sforzi dei Paesi industrializzati, che devono essere significativamente accresciuti proporzionalmente alle loro responsabilità, per essere efficaci devono essere accompagnati da un analogo convinto impegno di Paesi, inclusi quelli emergenti, il cui peso demografico ed economico è diventato prevalente».

Nell’analisi di Mattarella, «oggi il dibattito attorno al cambiamento climatico non è più appannaggio soltanto di scienziati e di politici, ma è questione che mobilita le coscienze a livello globale. Per troppo tempo abbiamo infatti affrontato in modo inadeguato la questione della tutela dell’ambiente e del cambiamento climatico», ha evidenziato. Eppure «non da oggi siamo consapevoli di come le attività umane abbiano un impatto sull’ambiente e sul clima: basti pensare alla deforestazione che ha caratterizzato lo sviluppo di tante aree in Europa».

La risposta, per il presidente, è in un’espressione: «Sostenibilità. Ambientale, sociale, economica. In altri termini, saper considerare come unitari i destini delle popolazioni del pianeta». Il cambiamento climatico, ha ribadito, «provoca, come sappiamo, conseguenze nefaste»: diminuzione della biodiversità, innalzamento delle acque nei mari, allargamento progressivo dei fenomeni di desertificazione, gli esempi portati dal capo dello Stato. A questi si aggiunge «il fenomeno dei profughi “climatici”, oltre che di quelli dei conflitti», che «è drammaticamente davanti a noi».

In questo scenario, «affrontare le sfide che si pongono all’umanità, tutta insieme, significa abbandonare gli scenari di guerra e di conflitto interno che gravano, purtroppo, sui destini di tante popolazioni e progettare congiuntamente il futuro. Soltanto un’azione collettiva può essere capace di coniugare efficacia e solidarietà per evitare gli scenari catastrofici in atto e quelli che si annunciano. È il momento dell’unità, della coesione, non di divisioni fra Nord e Sud, fra Est e Ovest del mondo».

Nell’intervento del capo dello Stato anche il riferimento alla «brutale aggressione della Federazione Russa all’Ucraina», che «sta riportando i rapporti internazionali indietro di ottant’anni, come se non vi fosse stato, in questo arco di tempo, un mirabile progresso sul terreno della indipendenza, della libertà e della democrazia, della crescita civile di tante nazioni. Siamo cresciuti nella interdipendenza tra i nostri destini – ha continuato – e gravissime sono le conseguenze degli atti della Federazione Russa sulla sicurezza alimentare, su quella energetica di tanti Paesi, sulla pace, anche nel continente africano, e nel Medio Oriente».

Per Mattarella, «il contrasto al cambiamento climatico è obiettivo unificante che richiama al dialogo multilaterale, al rispetto degli impegni liberamente assunti in sede internazionale. La applicazione di piani per la transizione energetica rappresenta di per sé una modalità che può permetterci di addivenire a un sistema economico globale più equo, più sostenibile, più giusto.
La tutela dell’ambiente e il contrasto al cambiamento climatico – ha aggiunto – rappresentano responsabilità ineludibili, che ricadono su tutta l’umanità, nessuno escluso. Ciò detto, sono fermamente convinto che su questo tema, così come su molti altri, Africa ed Europa possano e debbano assumere congiuntamente un ruolo di guida».

Al centro, il nodo della transizione energetica, «con la sua enfasi sulle energie rinnovabili e sull’economia circolare», che «apre nuovi e promettenti orizzonti di collaborazione per i nostri continenti», ha spiegato Mattarella, convinto che «la chiave di un successo, che per essere durevole non potrà che essere comune, sta nel rafforzare la consapevolezza della complementarietà fra Africa ed Europa, complementarietà che un frangente storico così complesso rende ancora più evidente. Nel percorso di intensificazione dei rapporti, l’Italia e l’Unione europea contano sulla interlocuzione con quei Paesi, come il Kenya, con cui costruire un partenariato fondato, oltre che sulla convergenza verso comuni interessi, su valori condivisi». Tra questi, «il rispetto per la dignità di ogni persona e di ogni comunità, la promozione dei valori democratici, l’attenzione per la crescita e lo sviluppo delle giovani generazioni, la cura dei beni comuni globali, a cominciare appunto da quello, preziosissimo, dell’ambiente».

16 marzo 2023