Arriva a Roma in musical su Nomadelfia

Lo spettacolo sull’esperienza fondata da don Zeno Saltini sarà in scena all’Auditorium Conciliazione dal 17 al 19 ottobre. Sul palco 87 tra giovani e bambini

Lo spettacolo sull’esperienza fondata da don Zeno Saltini sarà in scena all’Auditorium Conciliazione dal 17 al 19 ottobre. Sul palco 87 tra giovani e bambini

Ripropone attraverso prosa, musica e canto l’esperienza di vita fraterna della comunità di Nomadelfia (dal greco “dove la fraternità è legge”), fondata da don Zeno Saltini nel secondo dopoguerra. È il musical “I ragazzi di don Zeno”, in scena all’Auditorium Conciliazione dal 17 al 19 ottobre. Uno spettacolo fortemente corale frutto di un laboratorio teatrale tenuto all’interno della comunità, che porta sul palcoscenico 87 giovani e bambini nomadelfi a partire dalla prima media. Scritto da Franca De Angelis, diretto da Anna Cianca e con le coreografie di Pierluigi Grison e Sarah Lewis, il musical è già andato in scena con successo in alcune città italiane e approda nella Capitale nel periodo conclusivo del Sinodo sulla famiglia. Molto più di una semplice coincidenza.

«Nomadelfia – racconta il presidente Francesco Matterazzo – vuole dare un messaggio di speranza perché da oltre 60 anni ha fatto l’esperienza di unire le famiglie in gruppi che condividono la vita quotidiana. Questa unità è una grande risorsa, specialmente per i più deboli della società come i minori e gli anziani, ed ecco perché, mentre la Chiesa si interroga sul futuro di tale istituzione, invitiamo tutte le famiglie a sostenersi le une con le altre».

Nel corso del musical, i ragazzi di don Zeno raccontano in prima persona, evocano o drammatizzano la storia avventurosa del fondatore di Nomadelfia, dagli inizi (era il 1948) a oggi. «Lo spettacolo – spiega Francesco – ripercorre la ricerca di don Zeno di una maggiore giustizia sociale: prima ancora di diventare sacerdote, negli anni Venti, incontra i ragazzi di strada e se ne fa carico diventando per loro un padre». Nomadelfia non è un’opera di assistenza ma una famiglia e ben presto a don Zeno si aggiungono le cosiddette “mamme di vocazione” e coppie di sposi aperte alle adozioni. Nasce un piccolo popolo che si stabilisce nell’ex campo di concentramento emiliano di Fossoli ma, dopo aver fondato un partito, don Zeno viene allontanato e Nomadelfia si trasferisce nella Maremma toscana, dov’è tuttora.

«Qui don Zeno – racconta Francesco – propone di non essere solo aperti all’accoglienza dei figli, ma di aiutarsi anche fra di loro creando una rete di famiglie». Per tornare in mezzo al suo popolo, chiede di essere laicizzato e dopo 9 anni, nel 1962, viene riordinato, celebra la sua “seconda prima Messa”. Nomadelfia è trasformata in parrocchia e lui ne diventa parroco. Nel 1980, a pochi mesi dalla morte, l’abbraccio con Giovanni Paolo II e nel 2000 il riconoscimento ufficiale come associazione. “I ragazzi di don Zeno”, mescolando varie forme di teatro popolare, concilia divertimento e riflessione. L’ingresso è libero, ma occorre prenotarsi sul sito www.nomadelfia.it.

15 settembre 2015