Naufragio Crotone, Zuppi: «Partire dal dolore, per trovare soluzioni»

Il presidente Cei ospite a “Di buon mattino” (Tv2000): «Mai più» tragedie come questa. «Sono 30 anni che lo diciamo. Dobbiamo capire le cause per cui le risposte non sono sufficienti»

Ospite del programma “Di buon mattino” di Tv2000, il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi parla del naufragio di domenica 26 febbraio a Cutrone, costato la vita a 67 persone, tra cui molti bambini. «Dobbiamo ripartire dal dolore – afferma – e da questo deve scaturire una determinazione rinnovata capace di vedere le responsabilità e anche le omissioni che possono favorire tragedie come queste». Tragedie che non devono accadere «mai più», ribadisce. Per questo bisogna «partire da questo dolore e viverlo, perché molte volte diventa solo oggetto di altre analisi». Solo così si potranno «trovare soluzioni per un problema che è enorme. Sono 30 anni che lo diciamo – prosegue -. Dobbiamo capire le cause per cui le risposte non sono sufficienti. Questo credo che sia il modo per ricordare le vittime».

Nella riflessione del presidente dei vescovi anche il ruolo del Mediterraneo, che «ha sempre rappresentato un grande spazio d’incontro. Dovremmo dire, l’Italia in particolare, che questa è la vocazione per governare il fenomeno migratorio – riflette -. Tutto questo per affrontarlo e non far finta che non ci sia». Quindi, sulle polemiche legate alle attività delle ong, aggiunge: «Dobbiamo sempre ricordarci per quale motivo le ong sono andate o vanno verso queste rotte: lo fanno per evitare tutto questo e cercare di soccorrere. Purtroppo queste tragedie accadono se non c’è sicurezza e se si è schiavi degli scafisti».

Da ultimo, un riferimento alla guerra in Ucraina e alla necessità di pregare per una pace duratura. «Il 10 marzo ci uniremo al cammino di preghiera delle Chiese europee – anticipa -. L’Europa, forse più di tutti, deve far fronte a questa violenza terribile che la scuote. Torniamo indietro di decenni e secoli perché purtroppo in Europa le guerre non sono mancate per generazioni – ricorda -. Lasciare a bassa intensità le violenze è sempre pericoloso. Così è avvenuto nel Donbass, dove la violenza è arrivata fino alla tragica e criminale scelta di occupare l’Ucraina. Non dobbiamo mai dimenticare le responsabilità e contemporaneamente cercare le soluzioni».

1° marzo 2023