Scalabriniane: a Crotone, «ennesima tragedia»

L’appello della superiora suor Neusa de Fatima Mariano: «Le istituzioni non possono voltarsi. Servono carità, cooperazione internazionale, rispetto per la vita umana»

«Nella notte della prima domenica di Quaresima, l’ennesima tragedia di migranti morti, vittime non del mare in burrasca ma dell’avidità di trafficanti di vite umane, sfruttatori di uomini e donne in cerca di una speranza per la vita propria e dei loro figli». Anche la superiora generale delle Suore missionarie di san Carlo Borromeo/Scalabriniane interviene dopo il naufragio avvenuto il 26 febbraio sulle coste della Calabria. 63, al momento, le vittime accertate.

La religiosa ricorda le persone a bordo dell’imbarcazione che ha fatto naufragio al largo di Crotone: più di 100, provenienti da Iraq, Afghanistan, Siria e Iran. «Siamo solidali e vicine con la preghiera alle vittime di questa tragedia e a tutti coloro che si stanno prodigando per accogliere i sopravvissuti – continua suor Neusa -. Sono donne e uomini che fuggono dalla guerra, dalla miseria. Affrontare un viaggio come quello che è terminato così drammaticamente sulle coste della Calabria è una scelta disperata. Che questa disperazione sia sfruttata senza alcuna considerazione per la vita di queste vittime è intollerabile. Le istituzioni non possono voltarsi. Devono aiutare le persone, prima che i popoli, a vivere una vita serena. Servono carità, cooperazione internazionale, rispetto per la vita umana», è il monito della superiora della congregazione che dalla sua fondazione è al servizio dei migranti.

28 febbraio 2023