Roma grida la sua voglia di pace
Lungo i Fori Imperiali la fiaccolata promossa dalla rete “Europe for Peace”. Riccardi (Sant’Egidio): «Investire sulla diplomazia». Landini (Cgil): «Iniziare subito dei negoziati per mettere fine alla guerra in Ucraina». Alla Stazione Termini il flash mob dei Giovani di Sant’Egidio
Roma si colora di gialloblù, i colori dell’Ucraina – a un anno esatto dall’inizio della guerra -, ma anche dei colori di tutti gli altri conflitti che devastano il pianeta. Si colora e si illumina con le luci della fiaccolata al grido “Più parole Meno armi”. Oltre duemila persone, tra cui vari esponenti del mondo politico e dell’associazionismo, sono scese in strada, ai Fori Imperiali, sabato 25 febbraio, per la manifestazione promossa dalla rete “Europe for Peace” che in questo fine settimana ha chiamato decine di città europee alla mobilitazione in piazza: da Londra a Parigi, passando per Madrid, Bruxelles, Vienna, Amsterdam, Zurigo, Zagabria, Monaco, Stoccarda, Francoforte e Amburgo
Emergency, Legambiente, Anpi, Acli, Cgil: numerose le realtà associative che hanno preso parte alla fiaccolata. Compresa la Comunità di Sant’Egidio, che con i suoi Giovani per la Pace era già stata protagonista, nel primo pomeriggio di sabato 25, anche di un flash mob per la pace alla Stazione Termini. «La pace non deve essere vista come un’utopia – ha affermato al termine della fiaccolata Andrea Riccardi, fondatore della Comunità – ma come un obiettivo realistico». Per Riccardi è fondamentale non solo «non stancarsi di fare del bene», ma anche e soprattutto «investire sulla diplomazia». Un appello comune, quello «alla non rassegnazione», richiamato anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. «In quanto città di pace – ha spiegato – la nostra è protagonista di questa fiaccolata che vuole perseguire la via difficile ma necessaria della pace».
In testa al corteo, tra gli altri, i politici Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza, Arturo Scotto, Paolo Ciani e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. «Va interrotta qualsiasi logica militare e di spesa di miliardi per la produzione e l’invio di armi», le parole di Landini, che ha evidenziato il bisogno di «realismo, per iniziare subito dei negoziati per mettere fine alla guerra in Ucraina».
Dare una possibilità alla pace – “Give peace a chance”, come recita il brano di John Lennon del 1969 – è stato invece il messaggio al centro del flash-mob dei Giovani di Sant’Egidio, che hanno affollato la Stazione Termini con circa 200 ragazzi. Non un luogo a caso, ma scelto «perché centrale, per coinvolgere tutti, e perché abbiamo voluto far passare il messaggio che la pace deve diffondersi ovunque, come i treni che vanno in tutte le direzioni», spiega Gabriele Rizzi, 26 anni, tra organizzatori, membro dei Giovani per la Pace e volontario della Scuola per la Pace a Laurentina. Il brano di Lennon è partito all’improvviso, davanti agli ingressi dei binari, «proprio per attirare l’attenzione e perché pensiamo che come la guerra abbia colpito all’improvviso civili e innocenti, anche la pace debba improvvisamente partire per andare ovunque», racconta Vanessa, 17 anni, ballerina di una scuola di danza romana, coinvolta per l’occasione.
Un flash-mob, quello di Sant’Egidio, «il più possibile “a-nazionalistico” – sottolinea ancora Rizzi – perché è vero che la guerra in Ucraina è quella che più fa notizia ed è quella più vicina a noi, ma ci deve essere la consapevolezza che di guerre, purtroppo, ce ne sono tantissime nel mondo e molte sono ancora ignorate». Tra gli ospiti e ideatori del flash-mob anche Joseph Fontano, ballerino e coreografo statunitense di origine italiana, presidente del World Alliance Dance Europe e, in passato, dell’International Theatre Institute dell’Unesco.
27 febbraio 2023