Il piano cinese per l’Ucraina: negoziati e stop alle sanzioni

Nel primo anniversario della guerra, diffuso da Pechino il documento della Cina sulla «soluzione politica» al conflitto, dopo l’astensione sulla risoluzione Onu

All’indomani dell’astensione a un voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite su una risoluzione di condanna del conflitto e di richiesta di «ritiro totale» delle forze armate russe dall’Ucraina, nel primo anniversario della guerra in Ucraina, oggi, 24 febbraio, Pechino diffonde il documento di posizionamento della Cina sulla «soluzione politica» al conflitto nel Paese. Tra i punti, l’esortazione a lavorare affinché i negoziati di pace fra Ucraina e Russia riprendano il prima possibile; «fermare la politica delle sanzioni unilaterali, che non risolvono la situazione e causano solo nuovi problemi»; «abbandonare la mentalità da guerra fredda», perché «la sicurezza di una regione non dovrebbe essere raggiunta rafforzando o espandendo i blocchi militari».

Nel testo, pubblicato dal ministero degli Esteri, si riafferma l’importanza di «rispettare la sovranità di tutti i Paesi» e di «osservare rigorosamente il diritto internazionale universalmente riconosciuto, compresi gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite». Ancora, la diplomazia di Pechino esorta «tutte le parti» a «sostenere la Russia e l’Ucraina nel lavorare nella stessa direzione e a riprendere il dialogo diretto il più rapidamente possibile, in modo da ridurre gradualmente la situazione e raggiungere infine un cessate il fuoco globale».

Anche il tema della sicurezza delle centrali nucleari è tra i nodi affrontati nel documento, in cui si ribadisce che «la Cina si oppone agli attacchi armati contro le centrali nucleari o altri impianti nucleari pacifici e invita tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, inclusa la Convenzione sulla sicurezza nucleare (Cns), ed evitare risolutamente incidenti nucleari provocati dall’uomo». Ancora, un’altra strada indicata per risolvere il conflitto in corso è quella di mettere fine alle «sanzioni unilaterali, non autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I Paesi interessati –  si legge nel testo – dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali e della “giurisdizione a braccio lungo” contro altri Stati».

La diplomazia di Pechino invita quindi ad «abbandonare la mentalità della guerra fredda». Tutte le parti, avvertono, «dovrebbero opporsi al perseguimento della propria sicurezza a scapito della sicurezza altrui e prevenire il confronto tra blocchi, lavorando insieme per la pace e la stabilità nel continente eurasiatico». Parole che arrivano dopo la missione in Europa di Wang Yi, consigliere di Stato e figura più importante della diplomazia cinese, che si è recato in Italia, Francia, Ungheria e infine in Russia, dove ha anche incontrato il presidente Putin.

24 febbraio 2023