I vescovi europei vicini alle popolazioni di Turchia e Siria

Dall’Assemblea continentale del Sinodo, i delegati Ccee rinnovano la solidarietà ed esprimono «gratitudine a quanti ai soccorritori, in condizioni difficilissime»

«L’enorme numero di morti – con un bilancio destinato a salire – la distruzione, la sofferenza di tante persone ci hanno profondamente colpiti e toccati nell’animo. È una ferita profonda, che in Siria si va ad aggiungere a quella della guerra che ormai da 12 anni imperversa sul territorio». Da Praga, dove si sta svolgendo l’Assemblea continentale del Sinodo (fino al 12 febbraio), le Chiese che sono in Europa esprimono in una dichiarazione diffusa ieri, 7 febbraio, la loro vicinanza alle popolazioni del sud della Turchia e del nord della Siria colpite dal terremoto di lunedì 6.

«Siamo vicini alla comunità del Vicariato di Iskenderun, che ha visto la sua cattedrale distrutta, fortunatamente senza pagare un prezzo di vite umane – scrivono i vescovi del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) -. Il nostro pensiero va al vicariato di Anatolia, che vive una difficile situazione di distruzione. Guardiamo ad Aleppo, città che in Siria è stata martire della guerra e che ora vive questo ulteriore martirio. Soprattutto, il nostro pensiero e la nostra gratitudine vanno a quanti, in questo momento, stanno portando i soccorsi, in condizioni difficilissime, con temperature invernali».

I delegati presenti all’Assemblea assicurano che «le nostre Caritas sono impegnate a fronteggiare l’emergenza, curare i feriti, consolare quanti hanno perso familiari, trovando un tetto a quanti non ce l’hanno più. Le Chiese locali stanno portando già ogni tipo di aiuto e accoglienza, e sono un esempio luminoso a cui guardiamo con ammirazione. Con commozione – concludono -, le Chiese che sono in Europa si stringono alle popolazioni piagate dal terremoto, rinnovando le preghiere e annunciando fin da ora ogni possibile sostegno per far fronte all’emergenza».

8 febbraio 2023