Pro Terra Sancta accanto alle vittime del terremoto in Siria

Migliaia gli sfollati. La testimonianza del parroco latino di Aleppo e l’appello al ritiro della sanzioni internazionali. La campagna di raccolta fondi dell’associazione

Anche in Siria si fa la conta dei danni provocati dal terremoto che alle 4.17 di ieri, 6 febbraio, ha colpito la Turchia meridionale e il nord del Paese. A cominciare dalle vittime: oltre ai morti – già nelle prime se ne contavano oltre 400 -, le migliaia di sfollati in cerca di un riparo, senza riscaldamento ed elettricità. Solo ad Aleppo, riferiscono da Pro Terra Sancta, sarebbero almeno 40 gli edifici crollati. Più di 150 persone sono state accolte all’interno del Terra Sancta College per ricevere assistenza e un pasto caldo, intanto si continua a scavare senza sosta per cercare le persone sotto le macerie. Danni anche al convento francescano di Azizieh, dove alcune pietre del campanile sono crollate rovinosamente a terra, fortunatamente senza provocare feriti. Sisma avvertito anche in Libano, dove al momento non sono stati segnalati morti ma sono stati rilevati danni materiali all’interno delle case, delle aziende e all’esterno degli edifici. Molti libanesi hanno evacuato i loro edifici.

L’associazione raccoglie anche la testimonianza di fra Bahjat Karakah, parroco della comunità latina di Aleppo e collaboratore di Pro Terra Sancta per i progetti di aiuto alla popolazione. «Ci siamo svegliati verso le 4 con una fortissima scossa di terremoto – racconta a proposito della prima scossa di ieri -. Siamo scesi giù e infatti molta gente era scappata dalle case; scappata al buio, tra l’altro, perché non c’è corrente elettrica. Questo terremoto è poi risultato abbastanza forte e ci sono almeno una quarantina di palazzi distrutti ad Aleppo. Molta gente si trova sotto le macerie, sicuramente ci sono ancora tante vittime. Noi qui – racconta – abbiamo accolto la gente in chiesa fino al mattino, poi abbiamo celebrato la Messa e abbiamo aperto la sala per accogliere la gente e dare loro un po’ da mangiare». La cucina – «che di solito dà quasi 1.200 pasti al giorno per i poveri» – si è attivata per tutti quelli rimasti senza casa. Ma i danni, prosegue il parroco latino, «non si limitano alla città di Aleppo: ci sono anche danni al nord nei nostri villaggi dove si trovano i nostri confratelli francescani a Knayeh e Yacoubiyeh, ma anche a Latakia.  È un terremoto che ha una superficie molto vasta». Di qui la richiesta di aiuto e sostegno, insieme all’appello «per togliere le sanzioni dalla Siria, affinché si possa ricostruire e si possa soccorrere chi è nel bisogno».

Pro Terra Sancta si è subito attivata per assistere le vittime. «Ci sarà sicuramente bisogno di tutto l’aiuto possibile – afferma da Aleppo Giacomo Pizzi, uno dei collaboratori dell’associazione -, perché iniziamo adesso a rilevare tutti i bisogni. Abbiamo bisogno di coperte, perché piove e fa freddissimo, non c’è riscaldamento e non c’è luce. Serve anche cibo e acqua. A breve lanceremo una campagna fondi proprio per questo motivo e intanto raccogliamo i bisogni sul campo». La municipalità di Aleppo ha chiesto alla mensa di distribuire altri 500 pasti per le tante persone rimaste senza cibo e acqua. È possibile contribuire partecipando alla campagna di raccolta fondi attivata immediatamente da Pro Terra Sancta per sostenere le persone colpite dal terremoto e riparare i danni provocati alle case, direttamente online.

7 febbraio 2023