“Addio, Mr Chips!”: lo stile di Hilton

La storia di un vecchio professore che, quasi al termine della vita, ricorda la sua esperienza di docente di latino e storia a Brookfield. E la storia diventa la sua stessa vita

È sempre bello rileggere Addio, Mr Chips!, che James Hilton pubblicò nel 1934. Oggi ritroviamo la magia di questo piccolo classico della letteratura inglese nella versione che Marco Rossari presenta per Einaudi (pp. 92, 13 euro). Mai come nel caso in questione raccontare la trama del lungo racconto o breve romanzo potrebbe essere fuorviante, eppure dobbiamo ammettere che il fascino emanato dalle poche pagine, scandite in capitoli assai concisi, appare inscindibile dal loro contenuto.

La storia è quella di un vecchio professore, nato nel 1848 il quale, giunto quasi al termine della sua vita, ricorda la propria esperienza come docente di latino e storia a Brookfield, il più classico dei college britannici, coi ragazzi inquadrati come soldatini, gli ambienti signorili, le procedure collaudate, la tradizione istituzionale, ma tutto sommato un liceo di seconda classe rispetto ad altre scuole ben altrimenti prestigiose. Insomma il posto giusto dove trascorrere l’intera esistenza, restando dentro la storia e tuttavia senza troppe luci d’artificio, evitando con ogni cura e tanto understatement, le salve d’artiglieria, proprio come piacque a Chips che prima lo frequentò da studente, poi vi trovò lavoro come insegnante: «A quarant’anni era sistemato, tutto sommato felice. A cinquanta era il decano dei professori. A sessanta, con l’arrivo di un nuovo giovane preside, “incarnava” Brookfield… Così nel 1913, all’età di sessantacinque anni, andò in pensione, ricevette la sua buonuscita (oltre a uno scrittoio e un orologio), e si trasferì dall’altra parte della strada presso Mrs Wickett».

Perché ho esordito dicendo che riferire l’intreccio dell’opera rischia di non cogliere la sua essenza? Il motivo è che il valore di Addio, Mr Chips! sta soprattutto nella sua resa stilistica. Le vicissitudini del protagonista non avrebbero niente di speciale se non fossero filtrate con lucidità e sapienza dalla voce sottilmente ironica dello scrittore, prezioso cerimoniere narrativo, impegnato a distillare i pochi eventi che caratterizzano la vita del protagonista (una moglie presto scomparsa insieme al figlio che portava in grembo, il suo ritorno a scuola durante la prima guerra mondiale, i frequenti incontri coi suoi ex studenti), lasciandosi guidare dal ritmo di battuta che si è scelto. Ne consegue un risultato straordinario di rara intensità espressiva in cui la freschezza del dettato si sposa con grande naturalezza agli aneddoti richiamati alla memoria sullo sfondo degli avvenimenti storici che, dai tempi dello scontro franco-prussiano, giungono fino agli anni del secondo dopoguerra. Difficile dimenticare la lezione fatta quasi sotto le bombe e l’ultimo incontro fra il giovane allievo e e l’anziano professore. La scuola diventa così la stessa vita. E quando Mr Chips si appresta a prendere congedo dai ragazzi non trova di meglio che continuare ad abitare vicino a loro.

6 febbraio 2023