Terremoto nella notte tra Turchia e Siria. Oltre 1.350 le vittime

Scossa di magnitudo 7.8 tra sud est della Turchia e nord della Siria, dove sono state colpite anche Aleppo, Latakya, Tartus e Hama. Epicentro nei pressi di Gaziantep, nel sud est della Turchia, a 50 chilometri dal confine. Ripresa la circolazione dei treni nel sud Italia

Il bilancio, ancora provvisorio e destinato a salire, è di oltre 1.350 morti, oltre a ingenti danni. Il terremoto che alle 4.17 del mattino (le 2.17 ora italiana) ha colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria, di magnitudo 7.8, ha devastato le province turche di Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras, dove ha fatto registrare almeno 912 morti e migliaia di feriti mentre nel nord della Siria – dove oltre alle zone sul confine turco sono state colpite anche Aleppo, Latakya, Tartus e Hama – si contano già almeno 446 vittime tra zone controllate dal governo (326) e aree controllate dai ribelli (oltre 120). Ingenti i danni. Nelle parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan riportate dal Guardian, è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939.

L’epicentro del sisma – avvertito anche nelle province centrali della Turchia e in Israele – è stato nei pressi di Gaziantep, nel sud est della Turchia, a una cinquantina di chilometri dal confine siriano. Centinaia gli edifici distrutti, tra i quali la chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al XIX secolo, quasi completamente crollata. Ridotto a un cumulo di macerie anche il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo. Intanto continuano le operazioni di soccorso: si stima infatti che moltissime persone siano ancora sotto le macerie. Il presidente turco Erdogan viene costantemente informato sulla situazione. In Siria, la ong di protezione civile White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.

Piena disponibilità dagli Stati Uniti a inviare «qualsiasi tipo di assistenza» ad Ankara mentre dall’Azerbaigian è già stata inviata una squadra di 370 persone per aiutare nei soccorsi. Anche dall’Europa, l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell in un tweet diffuso questa mattina, 6 febbraio, assicura: «I nostri pensieri sono rivolti alle popolazioni della Turchia e della Siria. L’Ue è pronta ad aiutare». Sulla stessa linea il tweet del  presidente del consiglio europeo Charles Michel.

In Italia, il dipartimento di Protezione civile comunica che è stato revocato questa mattina, sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Ingv, l’allerta maremoto per possibili onde sulle coste italiane. Ripresa anche la circolazione ferroviaria in Sicilia, Calabria e Puglia, inizialmente sospesa a scopo cautelativo, dalle 6.30. (aggiornato alle ore 13)

6 febbraio 2023