Il Papa arrivato in Congo

Atterrato all’aeroporto di Kinshasa, è stato accolto dal primo ministro. Quindi il trasferimento al Palais de la Nation per l’incontro con il presidente della Repubblica e il primo discorso, alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico. Nel volo, una preghiera per i migranti

L’aereo con a bordo Papa Francesco è atterrato alle 14.33 di questo pomeriggio, 31 gennaio, nella Repubblica democratica del Congo. È iniziato così il 40° viaggio apostolico internazionale di Bergoglio, che proseguirà con la tappa in Sud Sudan, da cui farà ritorno in Vaticano il 5 febbraio. All’aeroporto internazionale “Ndjili” di Kinshasa il pontefice è stato  accolto dal primo ministro, mentre due bambini in abito tradizionale gli hanno offerto dei fiori. Quindi, dopo la Guardia d’Onore, il Papa e il primo ministro si sono diretti verso la Vip Lounge dell’aeroporto per la presentazione delle delegazioni e un breve incontro. Al termine, il trasferimento in auto al Palais de la Nation per la cerimonia di benvenuto nella Repubblica democratica del Congo.

Ad accogliere il pontefice, il presidente Félix Antoine Tshisekedi Tshilombo. Quindi, dopo la Guardia d’Onore, l’esecuzione degli inni, l’onore delle Bandiere e la presentazione delle rispettive delegazioni, l’incontro privato nella Salle Présidentielle del Palazzo, seguito dallo scambio dei doni e la presentazione della famiglia. In conclusione, il trasferimento nel giardino del Palais de la Nation per l’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo Diplomatico, occasione per il suo primo discorso di Francesco a Kinshasa.

In viaggio verso l’Africa con il Papa anche 75 giornalisti da 12 Paesi, di cui due africani. A loro ha rivolto, come consuetudine, il suo saluto prima di atterrare nella Capitale del Congo, ringraziandoli «per stare qui con me, stare tutti insieme. Grazie per il vostro lavoro che è tanto buono, aiuta tanto perché fa arrivare alla gente, che si interessa del viaggio, le immagini, anche i pensieri, le riflessioni vostre sul viaggio, grazie tante», le sue parole. Quindi, sorvolando il Sahara, il pensiero del pontefice è andato a «tutte le persone che cercando un po’ di benessere, un po’ di libertà l’hanno attraversato e non ce l’hanno fatta. Tanti sofferenti che arrivano al Mediterraneo e dopo aver attraversato il deserto sono presi nei lager e soffrono lì. Preghiamo per tutta quella gente», ha detto. Poi la preghiera silenziosa.

31 gennaio 2023