I rifugiati del Centro Astalli salutano il Papa in partenza per l’Africa

L’incontro poco prima della partenza di Francesco per Congo e Sud Sudan, il 31 gennaio. A Fiumicino, l’omaggio del pontefice al Monumento ai Caduti di Kindu

Iniziato questa mattina, 31 gennaio, il viaggio di Francesco per l’Africa. Destinazione: Repubblica democratica del Congo; quindi, Sud Sudan. Prima di partire per il suo 40° viaggio apostolico internazionale, ha incontrato un gruppo di rifugiati congolesi e sud sudanesi accolti a Roma dal Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati (Jrs), a Casa Santa Marta insieme al cardinale Konrad Krajewski. Tra loro Cedric, che oggi vive a Roma con la moglie e tre figli piccoli. In Congo era attore, impegnato in progetti teatrali e documentaristici per la diffusione dei diritti umani tra le nuove generazioni a Kinshasa. Proprio questo suo impegno civico lo ha costretto prima al carcere e poi a lasciare il suo Paese, chiedendo asilo in Italia.

A salutare il Papa in partenza anche Mirra, in Italia con una protezione sussidiaria, che 5 anni fa è riuscita a fare il ricongiungimento familiare con i suoi due figli entrambi albini, condizione che in Congo spesso comporta violenze e discriminazioni. E Bidong, rifugiato dal Sud Sudan, cresciuto da quando aveva 9 anni in un campo profughi in Etiopia, dove fu costretto a scappare per via della guerra. È arrivato a Roma grazie a un corridoio universitario nell’ambito del progetto Unicore, promosso dall’Unhcr (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), in collaborazione tra gli altri con il Centro Astalli. Oggi studia Cooperazione allo sviluppo alla Sapienza.

Il pontefice ha salutato i rifugiati, contento di poterli incontrare con le loro famiglie. «Un momento significativo prima di un viaggio in cui ancora una volta Francesco mette al centro periferie esistenziali e geografiche del mondo, aree di crisi da cui ogni giorno fuggono migliaia di persone in cerca di salvezza», commentano dal Centro Astalli in una nota, ricordando che il Jrs opera sia in Congo che in Sud Sudan offrendo accompagnamento a sfollati e rifugiati, in particolare nel campo della formazione scolastica e universitaria.

Arrivando all’aeroporto di Fiumicino, l’auto del pontefice ha sostato brevemente nei pressi del Monumento ai Caduti di Kindu, i 13 aviatori italiani uccisi in Congo l’11 novembre 1961. «Alle vittime di quel sanguinoso eccidio e a tutti coloro che hanno perso la vita partecipando a missioni umanitarie e di pace, Papa Francesco ha dedicato una preghiera. Quindi, giunto all’aeroporto di Fiumicino, alle ore 8.29 – a bordo di un A359/ITA Airways – è partito alla volta di Kinshasa. L’atterraggio all’aeroporto I di Kinshasa è previsto per le ore 15», si legge in un comunicato della Sala stampa della Santa Sede.

31 gennaio 2023