Scuola: aumentano i bocciati al primo anno delle superiori
L’analisi di Save the Children e i consigli offerti, in occasione delle iscrizioni, entro il 30 gennaio. «Fondamentale l’orientamento degli studenti per prevenire la dispersione»
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Sono circa 530mila gli studenti di terza media che in questo mese di gennaio sono chiamati scegliere come proseguire il loro percorso scolastico. Un momento critico, che lo scorso anno ha visto il 51% degli studenti orientarsi verso i licei, a fronte del 32% iscritto agli istituti tecnici e del 17% che ha scelto gli istituti professionali. Sono i dati resi noti da Save the Children, che punta i riflettori sul passaggio dalla scuola secondaria di I grado alle superiori: un momento che, «se non considerato attentamente, rischia di far accrescere la dispersione scolastica».
Lo dimostrano i dati: nello scorso anno scolastico – 2021-2022 -, la percentuale di bocciature più elevata si è registrata proprio tra gli studenti del primo anno scolastico delle superiori (8,1%, pari a circa 40mila studenti). Mentre per gli anni di frequenza successivi si è osservata una riduzione nella percentuale di respinti fra l’a.s. 2020-2021 e l’a.s. 2021-2022, la quota di bocciature per chi ha frequentato il primo anno delle scuole secondarie di II grado è cresciuta di un punto percentuale. Diversi i fattori che possono incidere su questo dato: il cambiamento di scuola, delle metodologie di studio, la delicata fase adolescenziale in atto. «Ma certamente, la scelta del percorso di studi più appropriato riveste un ruolo fondamentale per prevenire questi insuccessi scolastici», evidenziano dall’organizzazione.
Per Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, «è essenziale un iter di orientamento di qualità per accompagnare le scelte scolastiche degli studenti, prevenire gli abbandoni e sostenere la motivazione». Un percorso educativo «volto sia ad effettuare scelte consapevoli rispetto alle prospettive di formazione e/o impiego di ciascuno, sia a favorire fiducia, autostima, riconoscimento dei propri talenti e aspirazioni», da realizzare con «il coinvolgimento attivo e partecipativo degli studenti». In questa direzione, le nuove Linee guida per l’orientamento, varate dal ministero dell’Istruzione e del merito nell’ambito dell’attuazione del Pnrr, osserva ancora Milano, rappresentano «un primo passo a cui far seguire un impegno costante per favorire il pensiero critico dello studente, coinvolgere le famiglie e tutta la comunità educante».
Nell’analisi di Save the Children, «particolare attenzione deve essere posta, nell’orientare gli studenti nelle scelte, al contrasto delle disuguaglianze. Troppo spesso gli studenti in condizioni di povertà economica o con background migratorio vengono indirizzati automaticamente verso gli istituti professionali e tecnici senza la possibilità di una scelta che tenga conto dei loro effettivi interessi e talenti». Ancora, i dati dimostrano che «l’orientamento verso gli istituti tecnici e professionali non scongiura la dispersione scolastica, tanto che la maggior parte delle bocciature nel passaggio tra il primo e il secondo anno della scuola secondaria di II grado si verificano proprio in questi istituti (12,3% degli studenti, contro il 5,9% nei licei)». Per rendere possibili scelte in controtendenza, i percorsi di orientamento dovrebbero anche prevedere attività di informazione e formazione sui servizi e le opportunità che l’ente pubblico mette a disposizione per garantire il diritto allo studio (borse di studio, fondi per l’acquisto di libri di testo o per trasporti pubblici, sgravi fiscali, ecc.), con particolare attenzione agli studenti più svantaggiati.
Ulteriore elemento di attenzione, secondo l’organizzazione internazionale, deve riguardare l’avvicinamento alle discipline Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) in un mercato del lavoro in cui le competenze nelle materie scientifiche sono sempre più richieste. «Oggi i laureati, e soprattutto le laureate, in materie scientifiche e tecnologiche sono ancora pochi in Italia: nel 2021 solo il 24% dei giovani adulti (25-34enni) con un titolo terziario ha una laurea in queste aree disciplinari, quota che sale al 33,7% tra gli uomini (1 su 3) e scende al 17,6% tra le donne (una laureata su sei), evidenziando un importante divario di genere – rilevano -. È necessario un adeguato orientamento ai percorsi di studio Stem, specie per le ragazze e sin dai primi cicli scolastici, per superare stereotipi di genere che ancora oggi le allontanano da queste discipline».
13 gennaio 2023