Morto il cardinale australiano George Pell

81 anni, prefetto emerito della Segreteria per l’Economia, in patria era stato al centro di un processo per abusi sessuali su minori, per essere poi completamente scagionato

Non ha superato le complicazioni di un intervento chirurgico all’anca il cardinale australiano George Pell, morto ieri sera, 1o gennaio, a Roma all’età di 81 anni, pochi giorni dopo aver partecipato al funerale del Papa emerito Benedetto XVI, il 5 gennaio.

Posto da Francesco alla guida della nuova Segreteria per l’Economia, il 24 febbraio 2014 – di cui era diventato poi prefetto emerito -, e di fatto a capo delle riforme economiche intraprese dal Papa, dopo essere stato arcivescovo di Melbourne e di Sydney, era stato al centro di un processo in Australia per accuse di abusi sessuali su minorenni negli anni ’90. Nel dettaglio, riferisce Vatican News, «nel giugno 2017 era stato rinviato a giudizio ed era tornato nel suo Paese per sottoporsi al processo. Papa Francesco – ricordano – gli aveva concesso un periodo di congedo per potersi difendere dalle accuse. Dopo un lungo dibattimento giudiziario, la County Court dello Stato di Victoria aveva ordinato l’arresto del cardinale, revocando la libertà su cauzione accordatagli dopo l’incriminazione del dicembre 2018».

L’11 dicembre 2018 Pell fu giudicato colpevole di abusi sessuali su due chierichetti di 13 anni dalla giuria della County Court dello Stato di Victoria e il 13 marzo 2019 condannato a una pena detentiva di 6 anni. Il cardinale, che si è sempre dichiarato innocente, ha quindi annunciato il ricorso in appello, che è stato respinto e la condanna confermata. Tanto che si sono aperte per lui le porte del carcere Nel mese di novembre, alla luce dei numerosi vizi formali nelle procedure processuali segnalati dal giudice Mark Weinberg, la Corte Suprema dell’Australia ha ammesso la richiesta di appello presentata dai legali del porporato. Il 7 aprile 2020 quindi Pell è stato prosciolto all’unanimità dalla stessa Corte e rilasciato, dopo più di un anno d’incarcerazione. La sentenza, si legge ancora su Vatican News, è stata «accolta con soddisfazione dalla Santa Sede che, in un comunicato, affermava di aver sempre riposto fiducia nell’autorità giudiziaria australiana».

In una recentissima intervista rilasciata a Canale 5 il 18 dicembre, lo stesso Francesco ha riconosciuto pubblicamente i meriti di Pell a proposito della riforma delle finanze vaticane.  «Io ho dato indicazioni soltanto – le parole del Papa -. Ma l’organizzare questo che, grazie a Dio, sta andando bene con il Consiglio dell’Economia, con il Segretariato all’Economia, tutto questo lo ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo. Poi – ha aggiunto – è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto – che poi era innocente, ma gliel’hanno fatta brutta poveretto – e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose», la conclusione del pontefice.

11 gennaio 2023