Battistero Lateranense: restaurato il mosaico del V secolo

L’inaugurazione con il cardinale De Donatis e la direttrice dei Musei Vaticani Jatta. Recuperato anche l’opus sectile con marmi di porfido, serpentino e palombino

Torna al suo antico splendore il mosaico del V secolo nella cappella dedicata ai santi martiri Cipriano e Giustina, all’interno del Battistero Lateranense, il primo fonte battesimale pubblico a Roma e il più antico costruito in Occidente dall’imperatore Costantino. Il restauro dell’opera, che per gli studiosi rappresenta uno dei primi mosaici di Roma, è stato inaugurato questa mattina, 19 dicembre, dopo oltre tre anni di lavoro da parte dei tecnici del Laboratorio di restauro mosaici dei Musei Vaticani. Il mosaico, i cui colori predominanti sono il blu e il verde, raffigura l’albero della vita con i suoi tralci, l’Agnello ai cui lati ci sono quattro colombe, simbolo degli apostoli e della Chiesa, e piccole croci gemmate. Restaurato anche l’opus sectile a parete formato con marmi di porfido, serpentino e palombino.

«Oggi siamo qui per ringraziare il Signore per le sue opere, per contemplarle e rendere lode. La cosa più bella per cui possiamo rendere grazie è quella di essere tutti benedetti da Dio», ha detto il cardinale vicario Angelo De Donatis che in questi mesi, durante brevi pause, dal suo terrazzo ha seguito i lavori. «È stata anche una compagnia vedere gli operai e tutti coloro che si davano da fare per questo luogo così bello e importante». Per Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, quella odierna è stata «una giornata di gioia». Ritenendosi una direttrice «privilegiata» perché può seguire passo passo il ritorno a nuova vita di opere dal valore inestimabile, sottolinea l’importanza del lavoro effettuato. «Il risultato è sotto gli occhi di tutti e di chi vorrà venire a Natale a visitare il Battistero Lateranense – dice -. Questo mosaico racconta dell’albero della vita e il periodo natalizio è il migliore per ammirarlo. L’opus sectile, invece, era completamente celato, non si vedeva. Il recupero che è stato fatto è rilevante».

La «singolarità» del luogo è stata evidenziata dal parroco del Battistero don Gerardo Di Paolo. «Il Battistero di Roma – ha detto -, a differenza di tutti gli edifici paleocristiani che si sono ispirati a questo luogo, è l’unico funzionante. Gli altri sono diventati tutti musei mentre il Battistero Lateranense è l’unico dove ancora viene amministrato il sacramento del battesimo. Questo ci dà la dimensione della cattolicità che rimane nella storia». Roberto Cassio, responsabile del Laboratorio di restauro mosaici dei Musei Vaticani, ha parlato di un lavoro che ha «particolarmente coinvolto tutti perché ha unito le due anime del restauratore e del mosaicista». Per il restauratore Daniele Belladonna, «la sorpresa» è stato l’opus sectile del V secolo, «uno dei pochi esempi ancora in sito».

Durante la cerimonia – alla quale sono intervenuti tra gli altri Umberto Utro, del reparto antichità dei Musei del Papa e suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, oltre a Paolo Monaldi del Laboratorio Restauro Mosaici dei Musei Vaticani – sono stati ricordati lo storico dell’arte Guido Cornini, responsabile del Dipartimento delle arti e curatore del reparto per l’arte dei secolo XVI-XVI dei Musei Vaticani, scomparso a luglio, e l’ex parroco del Battistero don Alfonso Tabolacci, deceduto nel 2021.

19 dicembre 2022