Migranti, Ripamonti: «L’attacco ai confini non viene da un’umanità disarmata»

Dal presidente del Centro Astalli, cordoglio per le morti al largo di Lampedusa, tra cui quella di un neonato di 20 giorni. «Si torni a mettere al centro il principio di umanità»

Il Centro Astalli affida a una nota il suo «profondo cordoglio» per la morte di una giovane donna avvenuta ieri, 9 novembre, a Lampedusa, dopo essere stata portata in salvo da una motovedetta della Guardia di Finanza che ha prestato soccorso ai naufraghi di un’imbarcazione alla deriva da giorni. «A questa tragica notizia – si legge nel testo – si aggiunge quella di poche ore fa: il ritrovamento su un natante alla deriva che trasportava 36 migranti di un neonato senza vita, di appena venti giorni. Viaggiava con sua madre in fuga dalla Costa d’Avorio».

Nelle parole del presidente padre Camillo Ripamonti, quelli che viviamo «sono giorni complessi in cui si mettono in discussione l’obbligo di soccorrere chi rischia la vita in mare e il principio di solidarietà nei confronti di chi cerca salvezza. Assistiamo increduli a inaccettabili distinzioni sul valore della vita di alcuni rispetto ad altri esseri umani. Queste morti – prosegue – non ci lascino indifferenti ma, al di là degli orientamenti politici, si ritorni a rimettere al centro del nostro agire democratico il principio di umanità verso chi è in difficoltà».

Il presidente del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia ricorda anche il magistero di Papa Francesco contro la cultura dello scarto. «L’attacco ai confini – afferma – non viene da un’umanità disarmata ma da poteri forti che si alimentano con la cultura delle armi. L’Italia sia motore europeo di umanità – l’esortazione -. Accogliamo la sfida: crescere come Unione per un’Europa continente di pace».

10 novembre 2022