Protezione civile in allerta per le criticità dopo il sisma nelle Marche

Attivati Centro operativo regionale, Centro coordinamento soccorsi di Ancona e Pesaro e Centri comunali. Billi (Cnr): «La causa, la spinta tettonica dell’Appennino marchigiano»

La Sala situazione Italia del dipartimento di Protezione civile è attiva da questa mattina, 9 novembre, in raccordo operativo con le componenti territoriali e con le strutture operative del Servizio nazionale della Protezione civile, dopo l’evento sismico registrato alle 7.07 al largo della costa marchigiana. Per rispondere al meglio alle necessità sono stati attivati dalle autorità locali il Centro operativo regionale delle Marche, il Centro di coordinamento soccorsi di Ancona e di Pesaro e i Centri operativi comunali dei paesi interessati dalla scossa.

Verifiche di agibilità sono state effettuate sui plessi scolastici – immediatamente chiusi -; anche sulla linee ferroviarie interessate dal terremoto – l’Adriatica tra Rimini e Varano, l’Ancona-Pesaro tra Falconara e Jesi e la Rimini-Ravenna tra Gatteo e Cesenatico – sono state svolte attività di ricognizione. Alle ore 12 è stata riaperta la circolazione ferroviaria. Le stesse attività di verifica sono state avviate e concluse sulla rete stradale e autostradale. La regione Marche ha inoltre attivato i volontari di Protezione civile a supporto della popolazione. Dalle prime verifiche risultano danni lievi in alcune località, ma squadre dei Vigili del fuoco proseguiranno i sopralluoghi nel corso della giornata mentre il dipartimento della Protezione civile continuerà a monitorare la situazione in contatto con il territorio.

Per Andrea Billi, esperto dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), il terremoto di questa mattina è stato causato dalla spinta tettonica che l’Appennino marchigiano esercita verso nordest nei confronti dell’antistante placca adriatica. Fortunatamente – prosegue -, non ha provocato danni ingenti». L’area interessata, spiega ancora Billi, «è nota ai sismologi e geologi come un’area sismicamente attiva. A riprova di ciò, si ricordano almeno due terremoti simili nella storia delle Marche: la sequenza sismica del primo semestre del 1972 con terremoti fino a magnitudo circa 4.7 ed il terremoto, sempre nell’anconetano, di magnitudo circa 5.7 del 23 dicembre 1690», conclude.

9 novembre 2022