Febbraio 1997, due nuovi ostelli Caritas per il “popolo della strada”

L’inaugurazione delle strutture di via Marsala e di via del Mandrione con il cardinale Camillo Ruini

«Un grande passo di solidarietà, anche in vista dell’Anno Santo». Le parole del Cardinale Ruini risuonano nella grande ed affollata sala di via Marsala, in occasione dell’inaugurazione, mercoledì 5, del nuovo Centro di accoglienza della Caritas. Si tratta di una ristrutturazione del vecchio dormitorio. Ospitalità per 188 persone, 40 in più rispetto al vecchio, una distribuzione giornaliera di quattromila pasti caldi, a fronte dei settecento pasti al giorno offerti dalla precedente struttura, con la collocazione della mensa che era prima ubicata nei locali di via Giolitti e che ora sarà incorporata nel nuovo Centro. Un assetto che renderà più funzionale il servizio. Sarà un luogo di prima accoglienza e di ricovero per i senza tetto, realizzato con strutture moderne e razionali.

«Il nuovo centro – commenta il Cardinale Vicario – non sarà solo in grado di gestire l’emergenza, ma ha anche prospettive di inserimento per i senza fissa dimora». Sono dieci anni che la Caritas opera nei pressi della Stazione Termini cercando di offrire ospitalità a tutti coloro che lo chiedono, facendo fronte a numerosi drammi sociali. «L’obiettivo dell’ostello – afferma Monsignor di Liegro, direttore della Caritas romana – è anche quello di creare un osservatorio sulle cause che portano all’emarginazione». Approfondire i motivi sociali per un approccio più adeguato del problema e favorire il recupero delle persone che vivono in condizioni di disagio».

Accanto all’ostello è già in funzione un poliambulatorio ed un dispensario farmaceutico, sia per gli esterni che ne facessero richiesta, dove prestano servizio un centinaio di medici specialisti nelle diverse discipline. «Cerchiamo di dare risposte concrete – sottolinea il direttore della Caritas romana – ai problemi che vengono presentati, non in termini politici, ma di solidarietà». Sempre con questi obiettivi, è stato inaugurato il nuovo ostello per immigrati in via del Mandrione. «Ferrotel» è il nome della struttura che ospiterà circa centocinquanta posti letto distribuiti in 72 stanze e sale da adibire alla formazione lavoro. La struttura sarà agibile dalla primavera. Diventerà un centro di formazione professionale e sarà destinato a luogo di seconda accoglienza. (David Murgia)

 

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Stazione Termini. Ore 20. Tra la confusione dei viaggiatori e dei turisti, a poche decine di metri dai binari, si scorge un gruppetto di extra-comunitari e di barboni. L’appuntamento è in via Giolitti 44, dove ha sede il Centro di accoglienza della Caritas. Una lunga fila indica l’edificio che accoglie la mensa. Sono in molti, sicuramente più di mille che, con ordine, attendono il proprio turno per sedersi. All’interno circa una quarantina di volontari, provenienti da parrocchie e associazioni, offrono il proprio tempo per la distribuzione, per l’assistenza, per il servizio di animazione.

Ore 23. Il freddo fuori comincia ad essere incalzante. Il dormitorio, che prevede solo centotrenta posti letto, è già quasi pieno. Di norma, assicura uno dei coordinatori, la permanenza dura un mese. Vecchie conoscenze ogni tanto si rivedono per poi nuovamente sparire anche per anni. Numerosi anche i nuclei familiari. Sono gli sfrattati, le famiglie mono-reddito che la Caritas cerca di aiutare anche con pacchi viveri. L’età media è di 30-40 anni. Vi regna un clima di amicizia e solidarietà. Volontari girano per offrire panini e bevande calde a chi non ha potuto mangiare a mensa.

Ore 01.00. Oramai ogni letto è occupato. Il mormorio si fa sempre più debole. Ci sono persone che già dormono. I volontari rimasti si scambiano opinioni ed esperienze. All’improvviso un volontario avverte il coordinatore di un’emergenza. Una persona anziana ha bisogno di un letto. Se passa la notte fuori rischia di morire per strada. Non ci sono posti, ma l’accoglienza è elastica. Immediatamente viene sistemata una brandina. L’anziano viene ristorato e accompagnato a riposare. «Cerchiamo di dare priorità alle emergenze – spiega il coordinatore – soprattutto a quelle persone anziane che rischierebbero di ammalarsi gravemente o di morire. Quando riteniamo che non ci sia un’urgenza d’intervento e siamo al completo, li indirizziamo verso altri centri di accoglienza».

I posti disponibili nella città per i senza tetto sono appena 500. Ma sono cinquemila le persone senza fissa dimora. Molti dormono per strada, negli ospedali, su vecchie panchine. «Il punto – osserva il capogruppo notturno del centro di via Giolitti – è che serve una maggiore attenzione per chi vive nelle strade senza fissa dimora. Al tempo stesso urge una pianificazione politica più attenta». Ore 03.00. Il Centro d’accoglienza ora è al completo. I volontari sono andati via. Restano i pochi addetti al servizio. Fuori il freddo è intenso. (David Murgia)

9 febbraio 1997