Cio e Santa Sede: i leader mondiali seguano “la via della pace”

L’appello congiunto del Comitato olimpico internazionale e di alcuni dicasteri pontifici: «Promuovere il dialogo, la comprensione e la fratellanza tra i popoli»

“Seguire la via della pace”: questo il titolo dell’appello congiunto che arriva da Comitato olimpico internazionale (Cio), dicastero per la Cultura e l’educazione, dicastero per Laici, famiglia e vita e dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. «Esortiamo i leader mondiali a cercare soluzioni giuste e pacifiche a tutte le controversie e i conflitti – si legge nel testo -. Li invitiamo a promuovere il dialogo, la comprensione e la fratellanza tra i popoli e a sostenere la dignità di ogni uomo, donna e bambino, specialmente dei poveri, degli emarginati e di coloro che soffrono a causa della violenza della guerra e dei conflitti armati. Dio vuole la pace e l’unità della nostra famiglia umana».

Simbolo di questa unità sono proprio i Giochi olimpici e paralimpici, evidenziano i firmatari del documento, «perché riuniscono individui e popoli in una sana competizione e incoraggiano il nostro mondo a vedere nella competizione atletica un’autentica via per la pace, fondata sulla disciplina personale e sull’impegno nel lavoro di squadra, alla ricerca dell’eccellenza. Uniti in questa convinzione – proseguono -, facciamo appello ai leader mondiali affinché seguano questa strada, per il bene di ogni nazione e di ogni popolo».

Il presupposto è la consapevolezza che «il nostro mondo si trova ancora una volta ad affrontare conflitti, disordini e gravi sfide. I flagelli della guerra, del cambiamento climatico e delle difficoltà economiche hanno portato dolore e sofferenza indicibili a milioni di persone in tutto il mondo. Come conseguenza di una guerra mondiale combattuta in modo frammentato, più di 100 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, le famiglie sono state separate e innumerevoli madri, padri, figli e figlie vivono nella paura, senza poter praticare la propria fede, perseguire i propri sogni di una vita migliore o, addirittura, semplicemente praticare lo sport».

Una «tragedia umana», la definiscono, che «arriva mentre il mondo si sta ancora riprendendo da una pandemia globale che ci ha ricordato quanto tutti gli esseri umani possano essere vulnerabili. Alla luce di questa importante esperienza di umiltà – concludono i firmatari dell’appello -, ribadiamo la nostra determinazione a costruire sul potente senso di solidarietà reciproca emerso dalla crisi sanitaria. Siamo convinti che solo con questo spirito di solidarietà nei nostri cuori possiamo affrontare efficacemente le numerose sfide che oggi minacciano l’umanità e il nostro pianeta».

26 ottobre 2022